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FABRIANO - Tutto pronto per il debutto in terra marchigiana di “Aladin – il musical geniale” con arrangiamenti e musiche originali di Davide Magnabosco, Alex Procacci, Paolo Barillari e diretto da Maurizio Colombi. Al centro della scena Giovanni Abbracciavento e Emanuela Rei (rispettivamente Aladino e Jasmine), accompagnati in scena da tutti i personaggi classici della fiaba e con tanti altri ad aggiungere profondità e innovazione alla novella classica. Biglietti in vendita e info presso Teatro Gentile (07323644) e Amat 0712072439. Vendita online tramite il circuito vivaticket. Dopo la residenza di riallestimento del “Gentile”, il musical si trasferirà al “Brancaccio” di Roma dal 2 dicembre al 9 gennaio. È il “nuovo” Aladin Giovanni Abbracciavento a raccontare l’emozione prima del debutto sul palcoscenico del Gentile, previsto per questa sera alle 21. Il sipario si alzerà al termine di una residenza di riallestimento.
Quali sono le aspettative e quali i timori per questo debutto?
«Lo spettacolo ha subito piccole modifiche rispetto alla versione originale, l’anima è però sempre la stessa.
Quali sono i punti di forza di questo spettacolo?
«Questo musical ha una forza corale. Coreografie, musiche sono fondamentali certo, ma la forza è quella del gruppo. Si potrà apprezzare la crescita dei personaggi, e trovo interessante che anche altri personaggi possano trovare la loro storia e non solo quella di Aladin e Jasmine».
Non è il suo primo musical e se dovesse analizzare uno spettacolo che nasce in Italia rispetto ad uno costruito all’estero quali sono le differenze più significative?
«Credo che l’identità di questo spettacolo sia forte, “Aladin” ha una forza di scrittura che lo rende irresistibile. Le differenze stilistiche rispetto ad altri musical che provengono dall’estero sono quelle di una scrittura tipicamente italiana, con gli ideatori e scrittori dello spettacolo che hanno saputo rendere vincente e nuova una storia che già in molti conoscono. Un teatro che riprende a vivere dopo le chiusure causate dal Covid».
Cosa vi aspettate come gruppo da questo spettacolo?
«C’è voglia di teatro da parte dello spettatore e da parte di chi il teatro lo porta in scena, attori, autori e tutte le persone che lo rendono possibile. Vogliamo ricominciare noi come categoria, ma sento che anche il pubblico vuole ricominciare a vivere il mondo del teatro. Siamo come degli atleti che scalpitano ai blocchi di partenza. Siamo convinti che il pubblico trovi la fiducia per affrontare il periodo. Noi ci siamo rimboccati le maniche e con la voglia del pubblico di tornare a vedere uno spettacolo troveremo il giusto equilibrio. Sentiamo la voglia di teatro da parte di tutti». Leggi l'articolo completo su
Corriere Adriatico