"Il colore del sole" di Camilleri: prima di lusso al Festival Pergolesi Spontini

"Il colore del sole" di Camilleri: prima di lusso al Festival Pergolesi Spontini
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JESI - La XVII edizione del Festival Pergolesi Spontini in corso a Jesi e in altre sedi limitrofe, un lungo viaggio alla scoperta di false attribuzioni, travestimenti, parodie, biografie immaginarie di grandi artisti, partendo da Giovanni Battista Pergolesi (com’è noto, morto in giovanissima età dopo aver lasciato al mondo un prezioso corredo di opere), ha un suo “ubi consistam” di prestigio, un evento di spicco rappresentato dalla prima esecuzione assoluta, questa sera alle 21 al Teatro Pergolesi di Jesi.


Il colore del sole
Si tratta dell’opera “Il colore del sole”, messa in musica dal compositore Lucio Gregoretti e tratta dall’omonimo romanzo di Andrea Camilleri, scrittore straordinario e giustamente “à la page” in questi nostri anni (e non solo per i romanzi della serie del commissario Montalbano) che per sua stessa ammissione ama approfondire i risvolti di mistero legati a una storia e a un racconto. «Sono portato a vedere possibili intrighi in ogni fatto che non sia subito chiaro, addirittura non illuminato in ogni angolo da una luce quasi solare», ha affermato e questa dichiarazione ci sembra in piena sintonia con il contenuto e il significato dell’opera di questa sera.



Il diario di Caravaggio
Al centro della vicenda è il diario di un pittore celeberrimo, Michelangelo Merisi universalmente noto come Caravaggio (dal nome del paese bergamasco da lui acquisito), che Camilleri con una finzione tutta letteraria dichiara di aver avuto tra le mani in circostanze misteriose e da cui ha copiato alcune pagine preziose; un diario scritto in una lingua seicentesca (volutamente?) incolta e involuta. Il periodo della vita di Caravaggio su cui Camilleri focalizza la sua attenzione, ricostruendolo come una fiction maturata all’interno della sua fervida mente indagatrice, è quello oscuro e burrascoso trascorso in fuga tra Napoli, Malta e la Sicilia tra il 1606 e il 1608 (due anni prima della sua prematura dipartita), con una condanna a morte “istituzionale” che grava sul capo dell’artista colpevole di omicidio, e che lo scrittore immagina come perseguitato da mille ossessioni, e condizionato da una sorta di fotofobia, probabilmente di natura psicosomatica, che lo costringe a vedere “il sole nero” e a vivere le sue giornate come in un’eclisse di sole permanente.

Il “falso” di Camilleri

E se questo “falso” di Camilleri appare il sintonia con il leitmotiv del festival (“Falso d’autore”), c’è da pensare che lui stesso abbia preso spunto dalla realistica espressività sui soggetti dei ben noti, potenti tagli di luce del celebre pittore. La musica che riveste questa singolare pièce teatrale, composta da Lucio Gregoretti (figlio d’arte, del regista Ugo), si uniforma opportunamente, come riferito dall’autore, al fittizio linguaggio d’antan con suggestivi riferimenti alla musica del Cinque-Seicento e soprattutto al genere del madrigale drammatico: utilizzando un ensemble strumentale di otto esecutori e soprattutto un doppio coro polifonico di solisti in quartetto, che sottolineano e amplificano quel che dice il Caravaggio attore protagonista (il quale recita senza mai cantare). Ieri, in una conferenza stampa condotta da Vincenzo de Vivo, sono stati messi in rilievo tutti i contenuti. A questa sera la verifica. Leggi l'articolo completo su
Corriere Adriatico