"Palloni gonfiati", parte il processo per le sponsorizzazioni fasulle all'Urbino calcio. C'è anche la società del sindaco

Il Tribunale di Urbino
URBINO - Ieri mattina al Tribunale di Urbino udienza breve nell’ambito della cosiddetta inchiesta “Palloni gonfiati bis”, il processo sul presunto giro di...

OFFERTA SPECIALE

2 ANNI
99,98€
40€
Per 2 anni
ATTIVA SUBITO
OFFERTA MIGLIORE
ANNUALE
49,99€
19€
Per 1 anno
ATTIVA SUBITO
 
MENSILE
4,99€
1€ AL MESE
Per 3 mesi
ATTIVA SUBITO

OFFERTA SPECIALE

OFFERTA SPECIALE
MENSILE
4,99€
1€ AL MESE
Per 3 mesi
ATTIVA SUBITO
 
ANNUALE
49,99€
11,99€
Per 1 anno
ATTIVA SUBITO
2 ANNI
99,98€
29€
Per 2 anni
ATTIVA SUBITO
OFFERTA SPECIALE

Tutto il sito - Mese

6,99€ 1 € al mese x 12 mesi

Poi solo 4,99€ invece di 6,99€/mese

oppure
1€ al mese per 3 mesi

Tutto il sito - Anno

79,99€ 9,99 € per 1 anno

Poi solo 49,99€ invece di 79,99€/anno

URBINO - Ieri mattina al Tribunale di Urbino udienza breve nell’ambito della cosiddetta inchiesta “Palloni gonfiati bis”, il processo sul presunto giro di fatture per operazioni inesistenti riguardanti le sponsorizzazioni all’Urbino Calcio.

 

Nell’occasione è stata solo decisa la calendarizzazione delle prossime udienze: il 30 di settembre per sentire ulteriori 8 testimoni ancora non ascoltati, poi il 14 ottobre, il 3 novembre ed, infine, a dicembre. Tra gli imputati, si ricorderà, c’è anche l’azienda agricola “Terra Bio”, di cui il sindaco Maurizio Gambini è titolare, oltre a dirigenti sportivi, dipendenti e giocatori dell’Asd Urbino calcio, dalla stagione 2012/‘13 fino a quella 2016/’17, e sponsor compresi.

L’udienza di ieri era stata fissata a causa del rinvio disposto il 24 giugno scorso a seguito dell’impedimento dell’avvocatessa della difesa Daniela Gori a prendere parte all’udienza. I fatti contestati riguardano un presunto giro di sponsorizzazioni: secondo l’accusa parte dei soldi versati all’Urbino calcio venivano restituiti agli imprenditori, che ne ottenevano degli sgravi fiscali. Sempre secondo l’accusa, una volta incassati i soldi i dirigenti della società versavano delle somme sulle carte intestate ai giocatori, i quali “non ricordano”.

 

Leggi l'articolo completo su
Corriere Adriatico