FERMIGNANO - Una terribile tragedia con molti perché. Un ragazzo di 15 anni (ne avrebbe compiuti 16 a novembre) si è tolto la vita, tra le 12.30 e le 13.00 di...
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Sicuramente questi particolari saranno chiariti nelle prossime ore con il proseguimento delle indagini. Una giornata iniziata come tante altre e sfociata in un dramma assurdo. D. è stato svegliato dai genitori, come tutte le mattine verso le 7. La mamma esce di casa per recarsi al lavoro in contrada Calpino e il padre raggiunge l’Imab Group di cui è dipendente stimato. Il ragazzo fa colazione e poi si avvia verso la strada provinciale per andare a prendere il pullman che lo avrebbe portato a Urbino dove frequenta la terza classe del Liceo Scientifico. Però il 15enne non è salito su quell’autocorriera. Forse ha vagato per la cittadina o forse è tornato subito sui suoi passi. Ha già qualcosa in mente. Rientra a casa senza farsi notare da nessuno. Ha tutto il tempo per mettere in pratica il suo piano. Comincia a cercare la chiave di quel guardaroba dove è custodita l’arma. La trova. Tra le 12.30 e le 13.00 il sordo colpo di un’ arma da fuoco. È steso nel divano di casa e i nonni, che abitano in un condominio a pochi passi dalla casa sentono lo sparo: nel frattempo arriva la mamma del ragazzo rientrata dal lavoro, e scopre il corpo del figlio.
Le urla disperate dei nonni raggelano tutto il caseggiato. Arriva un’autoambulanza e viene chiesto anche l’intervento dell’elisoccorso. Mentre è in volo il pilota viene invitato a rientrare. Per il 15enne non c’è più niente da fare. Sul luogo sono intervenuti i Carabinieri della locale Stazione di Fermignano, che hanno provveduto ad effettuare i rilievi del caso. Anche il sostituto procuratore Simonetta Catani del Tribunale di Urbino si è recata nell’abitazione del giovane per verificare quanto fosse successo. La famiglia del ragazzo adesso è disperata, così come i parenti, i suoi amici e conoscenti.
«Un gran bravo ragazzo – rimarcano gli insegnanti del locale Istituto Comprensorio Donato Bramante – Andava bene a scuola e tutte le volte che ci incontrava voleva renderci edotti dei propri studi e di come guardasse al domani con estrema serenità». Quest’estate era uno degli istitutori dei piccoli bambini che frequentavano il “Campus”. «Sempre sorridente e premuroso – ci raccontano – I bambini lo rendevano felice. La cosa era reciproca perchè lo amavano tutti e i piccoli frequentatori del Campus gli erano affezionati all’inverosimile».
«L’ho allenato per oltre tre anni. L’ho visto crescere e non solo nel fisico, ma anche nel carattere e nello sport – così racconta Jason Jamerson - allenatore di Pesaro che fino al maggio scorso allenava la squadra Asd Roller. Andavo volentieri a Fermignano per allenare un gruppo di ragazzi che mi ha dato soddisfazioni, era proprio uno di questi. Un bel ragazzo che si stava facendo le ossa, alto già 1.75 per i suoi 15 anni e dal carattere deciso».
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Corriere Adriatico