Anziano avvocato legato al letto, imbavagliato e rapinato: condannato il giardiniere cubano

Anziano avvocato legato al letto, imbavagliato e rapinato: condannato il giardiniere cubano
SENIGALLIA - Erano entrati nella villa di un anziano avvocato  di Senigallia per rubare. Lo avevano aggredito, per poi immobilizzarlo a letto, legandolo con delle cinture e...

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SENIGALLIA - Erano entrati nella villa di un anziano avvocato  di Senigallia per rubare. Lo avevano aggredito, per poi immobilizzarlo a letto, legandolo con delle cinture e tappandogli la bocca. Mettendo l’appartamento a soqquadro, erano riusciti rubare contanti e gioielli per poi darsi alla fuga.

 

Uno dei due rapinatori, al termine delle indagini lampo dei carabinieri della Compagnia di Senigallia, era stato individuato e arrestato dopo neanche due settimane dall’aggressione andata in scena la sera del 7 agosto del 2020, non molto lontano dal centro città. E, a quasi un anno di distanza dalle manette, è arrivata la condanna per il giovane, che in passato aveva lavorato come giardiniere in casa dell’avvocato. 

Il verdetto

È di quattro anni e quattro mesi di reclusione il tenore della pena inflitta ieri mattina dal gup Paola Moscaroli a un 30enne di origine cubana domiciliato nel capoluogo dorico. La sentenza è arrivata dopo la decisione della difesa, rappresentata dall’avvocato Pietro De Gaetani, di procedere con il rito abbreviato. Attualmente, l’imputato è sottoposto a obbligo di firma, dopo un periodo trascorso a Montacuto a seguito dell’ordinanza di custodia cautelare chiesta e ottenuta dalla Procura. Dopo l’arresto del cubano, era stato individuato anche il complice, per cui è pendente un procedimento a parte. Entrambi avevano agito con il volto coperto: uno indossava un casco integrale. Ad incastrare il 30enne, che vive al Piano, alcune impronte digitali rinvenute nell’abitazione dal personale del Nucleo Investigativo del Comando Provinciale di Ancona, insieme all’analisi dei suoi tabulati telefonici, che lo localizzano a Senigallia proprio nell’orario della rapina. Era stata la stessa vittima, 78 anni, a chiamare il 112 appena riuscito a liberarsi. Stando a quanto emerso all’epoca dei fatti, quando i due malfattori, col volto travisato, si erano introdotti nell’abitazione del professionista, che vive da solo, approfittando di una porta rimasta aperta. I due avevano aggredito il proprietario, colpendolo più volte e immobilizzandolo, per poi mettere a soqquadro la casa in cerca di soldi e oro. 


Dopo essersi impossessati di 350 euro che l’uomo aveva in tasca e di vari monili in oro che erano custoditi in una camera da letto, i due rapinatori avevano legato la vittima al letto con delle cinture e avevano coperto la bocca con una sciarpa, per poi fuggire con la refurtiva. Subito dopo il fatto l’uomo era riuscito a liberarsi e a chiamare il 112 per chiedere aiuto ai carabinieri. Parte della refurtiva in oro era stata recuperata dai militari nel corso della perquisizione domiciliare eseguita a carico del 30enne, arrestato poi con l’accusa di rapina in concorso.

 

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Corriere Adriatico