L'avventura di Ettore, il centrocampista di 18 anni alla conquista del calcio professionistico

Ettore Arduini, 18 anni di Fermignano
FERMIGNANO - Un giovanissimo fermignanese tra i professionisti del calcio, a Verona, sponda Chievo. «La mia esperienza con i colori gialloblù – racconta Ettore...

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FERMIGNANO - Un giovanissimo fermignanese tra i professionisti del calcio, a Verona, sponda Chievo. «La mia esperienza con i colori gialloblù – racconta Ettore Arduini, centrale e metronomo di centrocampo 18enne - è iniziata nel 2017 quando avevo 14 anni. Il distacco da casa non è stato semplice sia per me e sia per la mia famiglia. Ho lasciato il mio paese ad un’età in cui non ero del tutto autonomo e quindi i primi mesi ho avuto difficoltà ad adattarmi a un nuovo contesto. Difficoltà e sacrifici però appagati dalla bellissima esperienza calcistica che ho vissuto e che sto vivendo. Ora, a distanza di quattro anni, reputo Verona la mia seconda casa».

 

Ora in serie B

In questo momento con la pandemia gioca nella primavera del Chievo, che quest’anno milita in serie B, e frequenta come studente modello l’istituto tecnico industriale.

«La stagione calcistica è iniziata regolarmente ad agosto con la preparazione atletica. Il campionato però si è interrotto solo dopo un mese, per poi riprender definitivamente nell’anno nuovo. In questo periodo ci siamo sempre allenati in vista della ripresa e proprio nel momento atteso il virus mi ha toccato personalmente, per cui sono stato fermo per un altro po’. Nelle settimane di isolamento non sono stato lasciato solo e ho sempre potuto contare sui consigli del mio preparatore atletico che mi ha aiutato anche a riprendere la mia forma fisica per poter ricominciare a giocare».

Il grave infortunio della scorsa stagione? «Nel mio secondo anno nella categoria under 16 mentre disputavo un’amichevole in vista dell’inizio del campionato ho avuto la sfortuna di subire un incidente al ginocchio: la cosa più brutta che mi potesse capitare come giocatore perché mi ero creato delle aspettative e la stagione era iniziata nei migliori dei modi. La società è stata la prima a darmi fiducia, ad aiutarmi e a prendersi cura di me. Con l’intervento e tanta fisioterapia sono poi riuscito a rientrare in campo. Psicologicamente è stata molto dura, però poi rientrare nei ranghi è stata un emozione grandissima».

Con la prima squadra? «Ci alleniamo nello stesso centro sportivo e spesso, durante la settimana, organizzano qualche amichevole tra primavera e la prima squadra. Per me è sempre una grande emozione giocare con calciatori affermati e ogni volta traggo sempre qualcosa da imparare».

Già tante emozioni
La migliore stagione? «Sicuramente l’anno scorso, in under 17, è stato per me un anno importante: sono stato capitano della squadra, non ho mai saltato una partita». In questa stagione in primavera? «Sono stato impiegato meno rispetto all’anno passato. Mi sono comunque fatto sempre trovare pronto quando ho giocato e disponibile anche per altri ruoli, diversi dal centrocampo».

Il momento migliore? «Il torneo internazionale con gli under 15 vinto nello stadio di Pordenone in finale con una rappresentativa della nazionale della Romania. Ho dato inizio all’azione del gol». E, quindi, dopo Michele Di Simoni alla corte di allenatori quali Lippi e Delneri, ecco un altro figlio di Fermignano che fa spallate in campo per entrare nell’attenzione di mister Aglietti da Verona, sponda Chievo.

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Corriere Adriatico