Insulti e minacce on line a Carriera, cinque persone denunciate: uno condannato e uno assolto poi tre opposizioni all’archiviazione

Insulti e minacce on line a Carriera, cinque persone denunciate: uno condannato e uno assolto poi tre opposizioni all’archiviazione
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PESARO  - Diffamazione e minacce, ieri mattina cinque casi distinti che riguardano il ristoratore Umberto Carriera, fondatore del movimento #IoApro. Per lui anche un fotomontaggio alla Che Guevara. Carriera era stato in prima linea contro i provvedimenti del Governo rispetto alle limitazioni per contenere il covid. Aveva tenuto i suoi ristoranti aperti, fatto che alcuni pesaresi hanno commentato su Facebook con toni tutt’altro che graditi dal ristoratore. 

 


Lui, tramite l’avvocato Federico Bertuccioli, li ha querelati tutti e piano piano le situazioni si stanno dipanando. Ieri mattina davanti al Gup tre opposizioni alle richieste di archiviazione e due sentenze per i casi già finiti in calendario. In particolare un pesarese aveva scritto sotto un post di Facebook: «Andiamo a dargli fuoco al ristorante» dopo che Carriera aveva lasciato aperta La Macelleria con tanto di cena da 90 persone durante i giorni in cui non era consentito, ottobre 2020. Il giovane è finito a processo con l’accusa di minaccia di provocare un danno. È stato condannato alla pena pecuniaria di 300 euro, la refusione delle spese legali e la liquidazione del danno in sede civile. 


A processo per diffamazione anche un altro ragazzo che aveva commentato la cena “proibita” con questo contenuto: «Ma a sto scemo quattro scupazzi fatti per bene no? Pensa te che roba». Ma qui il giudice lo ha assolto perché ha ritenuto la condotta scriminata dall’esercizio del diritto, in quanto una critica rivolta alla sua azione e non alla persona in sé. Poi altre tre opposizioni all’archiviazione su cui il giudice si pronuncerà i prossimi giorni. Anche in questo caso l’oggetto della contesa riguarda i commenti su Facebook rivolti al ristoratore. 


Il primo riguarda un fotomontaggio in cui il viso di Carriera finisce nella celebre foto di Che Guevara con tanto di scritta «Fortuna Che Carriera» ironizzando sul cognome del rivoluzionario cubano. E poi l’hashtag #Buffone. Gli altri casi riguardano frasi come «Sei uno sciacallo», «Sei squallido» e una «pagliacciata». In questi casi il discrimine è la linea di confine tra il diritto di critica e quello che va oltre la continenza verbale. L’offesa deve essere rivolta alla persona e non alle sue azioni di Carriera. Presto finirà a giudizio anche un altro giovane che ha scritto su Facebook commenti come: «Sei un grandissimo cog… come ristoratore, arbitro ma soprattutto come persona hai rotto…».

 

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Corriere Adriatico