Imprenditore salva una donna che annega: «Mi sono gettato nel mare gelido, lo rifarei subito»

Imprenditore salva una donna che annega: «Mi sono gettato nel mare gelido, lo rifarei subito»
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PESARO -  Prima ha visto un capannello di persone fermo a guardare un puntino in mezzo al mare («Mi pareva una boa»), poi ha notato che il puntino era biondo, con le braccia alzate e che si agitava in acqua gridando aiuto. Era una donna che stava annegando al largo della costa, di fronte alla Palla, alle 9 di una soleggiata ma fredda giornata dellEpifania: temperatura esterna sopra i 5°, più o meno come quella in mare.

 

«Non ci ho pensato un secondo: ho saltato la balaustra, mi sono spogliato e gettato in acqua» racconta l’imprenditore Giacomo Tomassi Galanti, 40enne titolare dell’azienda di cucine a Torraccia, l’eroe del giorno insieme ad altri due soccorritori, capitato per caso nel luogo giusto e nel momento giusto mentre stava terminando la propedeutica corsetta festiva sul lungomare. «Un po’ come quando sei sul trampolino in piscina - prosegue - guardi sotto ma non devi esitare, ti tuffi di getto e nuoti».

Nuoti verso quel puntino biondo che intanto non si muove più e tu comunque devi coprire a bracciate una distanza di 50 metri nel mare livido di gennaio. «Sono sincero - continua - l’impatto con l’acqua gelida è stato un coltello infilzato nella carne con la lama che mi tagliava in due, ma ho stretto i denti e ho continuato». Anche perchè il tempo utile era poco: il puntino biondo aveva smesso di muoversi. «L’ipotermia - spiega l’imprenditore - aveva reso la signora semi incosciente. Quando l’ho raggiunta l’ho presa per il colletto di pelo del giaccone, era completamente vestiva e pesantissima, una colonna di marmo. Avevo l’adrenalina a palla ma ho temuto il peggio: quando mi ha visto accanto ha iniziato ad agitarsi, ma se mi si aggrappava a corpo morto saremmo sprofondati entrambi, io invece dovevo afferrarla in modo da continuare a nuotare e arrivare almeno fino a un punto dove si tocca per mettere entrambi in sicurezza».

Nel frattempo dal piazzale della Libertà il capannello era diventato sempre più numeroso e insieme a spettatori attoniti affacciati sul mare erano arrivati i soccorsi, con i medici del 118, la capitaneria e la squadra dei vigili del fuoco che aveva raggiunto il posto da un intervento nel vicino viale della Repubblica. E mentre anche i pompieri si preparavano a entrare in acqua con il personale che indossava una muta specializzata, altri due hanno seguito il gesto dell’imprenditore e si sono gettati in mare.

La catena umana è stata la svolta: quando i due soccorritori hanno raggiunto Giacomo Tomassi Galanti, hanno agganciato anche la donna che poi è stata condotta sulla scogliera e presa in cura dal personale sanitario che l’ha trasferita al San Salvatore dove si trova ricoverata in prognosi riservata ma non in pericolo di vita. Si tratta di una 60enne pesarese che attraverso un momento di difficoltà: era entrata in mare spinta dalla disperazione poi, quando le correnti l’hanno trascinata al largo, l’istinto di sopravvivenza è stato più forte dell’impulso verso l’oblio. Ma anche i tre salvatori hanno avuto bisogno di assistenza. Soprattutto l’imprenditore, sfinito per lo sforzo.

«Per il freddo e la fatica - conclude - non sentivo più la mano e parte del corpo. Ero intirizzito e rattrappito. Mi c’è voluto un po’ per riprendermi. Adesso mi sento indolenzito ma sto bene. Ho chiamato per sapere come stava la signora, mi hanno detto che se la caverà ed è questa la cosa più importante. Se lo rifarei? Certo che sì. D’istinto e all’istante. Non datemi dell’eroe, non è ciò che cerco, vorrei piuttosto che passasse il messaggio di aiutare chi vedi in difficoltà. Io mi sono buttato poi, vedendomi, altri l’hanno fatto. Questa è la generosità». Ai tre salvatori vanno i ringraziamenti del sindaco Matteo Ricci: «Un grande gesto che ha salvato la vita di una donna. Complimenti e grazie di cuore». 
 

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Corriere Adriatico