Emergenza idrica, l'idea adesso è realizzare un altro invaso lungo il fiume Candigliano

L'invaso di San Lazzaro a Fossombrone
FANO - È in programma lunedì mattina l’assemblea di Ambito territoriale ottimale di Pesaro Urbino, ente pubblico di pianificazione e controllo del servizio...

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FANO - È in programma lunedì mattina l’assemblea di Ambito territoriale ottimale di Pesaro Urbino, ente pubblico di pianificazione e controllo del servizio idrico integrato, alla quale sono convocati tutti i sindaci della provincia. Rilevante l’ordine del giorno, alla luce delle nuove occasioni di finanziamento statale nel settore delle infrastrutture del servizio idrico integrato.

 

Obiettivo avviare una pianificazione che preveda un’integrazione della dotazione impiantistica in grado di assicurare l’approvvigionamento idropotabile su tutto il territorio provinciale anche sul medio-lungo periodo in presenza di siccità.

Presentate due relazioni
Dopo le comunicazioni del presidente dell’assemblea Marco Ciccolini, è prevista la presentazione di due importanti relazioni. Il direttore Michele Ranocchi si soffermerà sullo stato dell’approvvigionamento idropotabile nell’Aato di Pesaro Urbino. A seguire i geologi Daniele Farina e Paolo Ceccarini illustreranno l’attività di ricognizione e screening del territorio dell’alto bacino del Metauro-Candigliano, finalizzata alla valutazione di siti potenzialmente idonei alla realizzazione di invasi a uso idropotabile. Infine, all’ordine del giorno il Piano nazionale degli interventi nel settore idrico: programmazione delle risorse di cui alla legge di bilancio per il 2019 (annualità 2020-2029).

L’Aato ha già avviato (con la costruzione di pozzi) l’attuazione di progetti compresi nella sua pianificazione di breve-medio periodo a sostegno dell’approvvigionamento idrico acquedottistico, che per gran parte della popolazione provinciale si basa sulle acque superficiali del bacino idrografico del Metauro assai critico nei mesi estivi. Ma secondo la dirigenza i cambiamenti climatici già in atto pongono la necessità di decidere anche su tempi più lunghi.

C’è la volontà di sviluppare un’attività di valutazione di siti potenzialmente idonei alla realizzazione di invasi destinati innanzitutto alla produzione di acqua potabile. L’obiettivo è lo sviluppo delle infrastrutture acquedottistiche di livello comprensoriale, con riferimento primario al territorio dell’Unione Montana dell’alto e medio Metauro e dei Comuni dell’alto e medio Candigliano per mitigare l’attuale impatto del cambiamento climatico sulle risorse idriche, quale strategia di adattamento per i prossimi decenni. Il lavoro si colloca a monte di successivi eventuali studi-progetti di fattibilità.

Valutati cinque siti


La fase di pre-selezione ha portato a una valutazione analitica di cinque siti, situati nei bacini del Metauro e del Foglia: San Martino del Piano, Alto Certano, Morsina. A queste tre si aggiungono le ipotesi Fosso dell’Eremo e Apsa di San Donato. La valutazione preliminare svolta mediante una prima fase di screening delle soluzioni di invaso ha portato ad indicare nel sito ‘Candigliano-San Martino al Piano’, situato nell’alto bacino del Candigliano, l’ambito più promettente, nel quale sviluppare successive fasi di valutazione, studio di fattibilità e progettazione. La proposta apre uno scenario nuovo anche in ordine ai futuri schemi acquedottistici. Il sito andrebbe ad aggiungersi agli attuali invasi nel bacino idrografico del Metauro di Furlo, San Lazzro e Tavernelle. Leggi l'articolo completo su
Corriere Adriatico