FANO - La cocaina custodita in un armadio del Teatro della Fortuna di Fano. La porta posteriore che si affaccia su piazza Costa, luogo di spaccio di un ampio giro scardinato dai...
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A finire in manette quattro albanesi e un tecnico di palcoscenico del teatro fanese. Ognuno con un ruolo: il capo, il fornitore, il corriere, il custode e il cassiere. Un’attività iniziata mesi fa e portata avanti con intercettazioni, sistemi di pedinamento digitali.
Tutto è partito da un recupero di una modica quantità di cocaina a Terre Roveresche a inizio anno. Da qui sono partite le indagini e in breve tempo hanno portato a identificare un altro pusher (arrestato ndr) e di conseguenza il grossista B.B. detto Bull, un 60enne albanese inoccupato e residente a Fano con famiglia da 20 anni, incensurato. Le indagini, coordinate dal pm Cerioni, hanno portato a scoprire che il fornitore era il nipote, V.H. 30enne di Matelica. Ma le consegne e le trasferte per recuperare la cocaina erano affidate all’altro nipote, B.A. Le partite di droga venivano affidate al tecnico di palcoscenico del teatro della Fortuna di Fano, A.T. 45enne fanese, pronte per essere spacciate e consegnate ad altri pusher. Tutti i proventi dello spaccio erano affidati a G.S. 60enne albanese amico di Bull, anche lui incensurato e dalla vita apparentemente irreprensibile. Leggi l'articolo completo su
Corriere Adriatico