Pesaro, concessioni più ampie per l'allarme Covid? «Giù le mani dalla spiaggia libera»

Pesaro, concessioni più ampie per l'allarme Covid? «Giù le mani dalla spiaggia libera»
PESARO - Bagnini da accontentare fra una stagione tutta in salita e le file di ombrelloni da recuperare - con le nuove disposizioni in materia Covid si perderà almeno il...

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PESARO - Bagnini da accontentare fra una stagione tutta in salita e le file di ombrelloni da recuperare - con le nuove disposizioni in materia Covid si perderà almeno il 30% - ma con la necessità di preservare il più possibile la spiaggia libera a disposizione. Il timore è che si “occupino” dei tratti di arenile demaniali fuori dalle concessioni regolamentari per darli agli stabilimenti confinanti.


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Annusata l’aria - la delibera regionale in materia sarebbe imminente - la politica, con i gruppi consiliari, mette le mani avanti e si sta muovendo in maniera bipartisan. Così il gruppo della lista civica “Una Città in Comune” che fa capo all’assessore all’Operatività Enzo Belloni e il Movimento 5 Stelle, chiedono in maniera trasversale che le spiagge libere - che a Pesaro si possono raggruppare nelle zone di Sottomonte e di Baia Flaminia, oltre a piccoli tratti tra Ponente e Levante - restino tali e siano conservate e tutelate.
 
«Ci sembra un’idea profondamente sbagliata - commentano Camilla Murgia e Sergio Castellani, consiglieri comunali di “Una Città in Comune -. In un momento di assoluta gravità economica si vorrebbe eliminare uno spazio gratuito a disposizione delle persone, che nell’estate 2020 avranno probabilmente questa unica possibilità di godere di un bene comune». «La delibera ipotizzata è discutibile sotto diversi aspetti - osserva l’assessore Belloni -. Penalizzare alcuni cittadini, o alcuni imprenditori, a favore di altri, mi sembra comunque sbagliato. E poi, ad esempio, lo scorso anno Pesaro non ha potuto realizzare una spiaggia per cani gestita, perché la Regione ha stabilito che non si poteva modificare il rapporto tra spiaggia libera e spiaggia organizzata. Ora questa regola non vale più?».


«Siamo contrari alla soluzione proposta - ribadiscono Murgia e Castellani - per almeno altri due motivi: da una parte il timore fortissimo che una volta passata l’emergenza sarà molto difficile tornare alla divisione degli spazi pre virus; dall’altra, se è vero che ogni crisi genera nuove opportunità, se fosse vero che il Virus si sviluppa in modo più virulento nelle aree a maggiore inquinamento atmosferico, ci sarebbe un motivo in più per sviluppare al massimo la sensibilità di tutti a favore della conservazione e protezione di aree “protette” e libere da insediamenti». Sulla stessa lunghezza d’onda i 5 Stelle: «Le spiagge libere devono restare libere e gratuite per tutti. Il diritto all’accesso al mare riguarda tutti e bisogna tutelare la parte di cittadinanza che desidera fruire di un bene naturale così importante».  Leggi l'articolo completo su
Corriere Adriatico