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SAN COSTANZO - Il sancostanzese Domenico Carbone ha depositato un esposto alla procura della Repubblica, nel Tribunale a Pesaro, chiedendo «gli opportuni accertamenti» sulla politica riguardante le discariche nella nostra provincia. Nel mirino di Carbone, capogruppo di opposizione in Provincia e in consiglio comunale a San Costanzo, c’è il percorso che dovrebbe portare all’ampliamento della discarica a Monteschiantello nel giro di qualche anno.
«Non diventeremo la discarica dell’intera provincia», ha postato Carbone su Facebook per annunciare il suo ricorso alle vie legali, specificando di avere agito per «tutelare il territorio».
Da questo interesse collettivo, sempre a giudizio di Carbone, sarebbe dunque esclusa San Costanzo, su cui si affaccia la discarica Aset a Monteschiantello di Fano e che avrebbe maggiori ripercussioni nel caso – com’è previsto – sia ampliato l’impianto dopo la chiusura accelerata di Ca’ Lucio a Urbino e Ca’ Asprete a Tavullia, entrambe gestite da Marche Multiservizi, nell’arco del prossimo quinquennio. Ecco il punto dolente che ha portato il consigliere sancostanzese alla decisione di depositare l’esposto in procura.
«Sono già trascorsi più di 150 giorni – argomentava Carbone – oltre il limite di tempo per il parere motivato che la Provincia avrebbe dovuto esprimere riguardo al piano d’ambito sulla gestione dei rifiuti, la Regione ha già comunicato di avere individuato delle lacune nell’atto e il percorso della valutazione ambientale non è ancora concluso. Intanto, però, la saturazione rapida delle discariche a Ca’ Lucio e a Ca’ Asprete va avanti lo stesso. Il trascorrere del tempo in questa condizione è nostro nemico, c’è infatti il rischio che ci si trovi davanti al fatto compiuto e che a quel punto debba essere ampliato l’impianto a Monteschiantello».
Carbone sottolinea la necessità prioritaria che la Provincia proceda con la valutazione ambientale «senza accampare scuse: se sarà positiva, è facile prevedere ricorsi al Tar; se sarà negativa, chi di dovere dovrà trarne le dovute conclusioni».
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Corriere Adriatico