Meno abitanti determinano una riduzione delle risorse

Meno abitanti determinano una riduzione delle risorse
ANCONA È presto per dirlo, ci sono ancora due anni per evitare che accada, ma è senza dubbio un'asticella che a palazzo del Popolo in molti guardano. È la fatidica quota...

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ANCONA È presto per dirlo, ci sono ancora due anni per evitare che accada, ma è senza dubbio un'asticella che a palazzo del Popolo in molti guardano. È la fatidica quota centomila abitanti, che adesso Ancona supera di pochissimo, avendo perso, in un anno, 530 abitanti e fissando la quota della popolazione, nel 2019, a 100.512 unità, praticamente quella del 2016. Il saldo naturale tra morti e nati è sempre negativo con un impietoso meno 480. È una tendenza nazionale, ma c'è poco da stare allegri, perché scendere sotto quota centomila può costare caro. La statistica viene dalla Direzione Scales del Comune, ovvero dal lavoro sinergico di Ufficio Anagrafe, Stato Civile, Statistica e questa è una buona notizia. Perché per ogni decisione che si riflette sui Comuni (spese, personale, accesso ai finanziamenti) non fa fede l'anagrafe, bensì i dati certificati dal censimento nazionale, una foto che scatterà il 31 dicembre 2021. Ci sono dunque 22 mesi per invertire la rotta e mettersi al sicuro. Sotto i centomila, non cambierebbero gli assetti del Comune, almeno per quanto riguarda la giunta e il consiglio comunale. Cambiano però tutti i parametri di riferimento, per esempio per quello che riguarda la spesa del personale, che sarebbe ridotta, con evidenti conseguenze sul numero di dipendenti. Ci sarebbero problemi anche a mantenere la doppia figura di direttore generale e di segretario generale. Ciò che più conta, infine, è che stando sotto i centomila abitanti, il Comune potrebbe essere escluso da importanti capitoli di spesa dello Stato: in particolare Ancona non potrebbe più partecipare a bandi che, invece, consentono una cospicua ricaduta di finanziamenti nelle casse comunali. Anche sui capitoli di spesa cadrebbe una pesante mannaia. C'è poi una soglia psicologica, meno onerosa ma ugualmente significativa per il capoluogo di regione, specie nel momento in cui altre città vogliono diventare le più grandi delle Marche: basta guardare a Pesaro che ha avviato la fusione con Monteciccardo e pensa all'unione con Vallefoglia. Il tutto farebbe salire l'asticella a 120mila abitanti.

e. da.
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Corriere Adriatico