«La ricostruzione non può prescindere da borghi e frazioni»

«La ricostruzione non può prescindere da borghi e frazioni»
L'APPELLOASCOLI La sezione locale di Italia Nostra scrive a politici, istituzioni e associazioni per proporre una valorizzazione sistemica e responsabile del territorio a seguito...

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L'APPELLO
ASCOLI La sezione locale di Italia Nostra scrive a politici, istituzioni e associazioni per proporre una valorizzazione sistemica e responsabile del territorio a seguito del terremoto. «I tremendi eventi sismici che hanno arrecato danni ingenti al patrimonio abitativo, economico ed artistico si sono rilevati drammatici per la sopravvivenza delle aree interne e montane. Questo territorio, già prima del verificarsi di questi eventi, era caratterizzato da una condizione di grave crisi e di marginalizzazione demografica ed economica. È evidente che la comunità nazionale dovrà porsi il problema di aiutare la ripartenza di queste zone. Oltre agli aiuti economici e finanziari si dovrà porre la massima attenzione per dotare questi territori di adeguate infrastrutture. Tra queste appare fondamentale la realizzazione del secolare collegamento ferroviario dei Due Mari, prevedendo, in un primo momento, almeno la costruzione della tratta da Ascoli ad Antrodoco».

«Inoltre - prosegue Italia Nostra - per l'area colpita dagli eventi sismici va elaborato un piano avveniristico di ricostruzione che mantenga la presenza diffusa sul territorio dei borghi e delle frazioni preesistenti in modo da creare le condizioni per riattivare le attività economiche che erano legate alla presenza di queste strutture urbane, alle tipicità, ai valori architettonici tradizionali. Naturalmente andranno contestualmente elaborate strategie innovative per creare le condizioni per il ripopolamento di queste realtà da tempo in condizione di abbandono. Insomma invece di una ricostruzione anonima e senza prospettive di sviluppo, una idea di sviluppo avveniristica che partendo dal passato miri al futuro. Questo lavoro di approfondimento dovrà riguardare anche anche il centro storico di Ascoli, dove non si sono verificati fenomeni di crollo, ma dove i danni al patrimonio edilizio e monumentale sono stati notevolissimi, aggravando la condizione di crisi e marginalizzazione».
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Corriere Adriatico