Il nigeriano con la droga bloccato da due passanti

Il nigeriano con la droga bloccato da due passanti
L'EMERGENZA MACERATA «Vogliamo ringraziare i due cittadini che sono intervenuti e hanno chiamato il 113 chiedendo l'intervento dei nostri colleghi, noi non saremmo riusciti a...

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L'EMERGENZA
MACERATA «Vogliamo ringraziare i due cittadini che sono intervenuti e hanno chiamato il 113 chiedendo l'intervento dei nostri colleghi, noi non saremmo riusciti a farlo». I due agenti della Squadra Mobile aggrediti dal nigeriano Gideon Azeke lunedì scorso durante un controllo, ieri mattina hanno voluto esprimere la loro riconoscenza al medico e alla giovane che lunedì mattina, verso le 8.40, si erano trovati per caso in via Piave.

L'aiuto di due passanti
I due passanti avevano visto un uomo e una donna feriti, a terra copiose macchie di sangue, e un uomo di colore aggrappato a una rete metallica che cercava di scappare. Il medico e la giovane non ci hanno pensato due volte, hanno preso il telefonino e hanno chiamato il 113 per chiedere l'intervento di altri poliziotti. Un comportamento coraggioso e un profondo senso civico a testimonianza della vicinanza dei cittadini alle forze dell'ordine. È stato, infatti, anche grazie a loro che i due agenti sono riusciti a bloccare lo straniero e ammanettarlo alla rete metallica prima di farsi medicare in ospedale (lesioni giudicate guaribili in 15 giorni).
Parte civile contro Traini
L'aggressore dei poliziotti, Gideon Azeke, è un nigeriano di 27 anni, che lunedì era stato fermato per un controllo nelle vicinanze del Convitto. Il suo nome è noto perché il 3 febbraio scorso era stato ferito in corso Cairoli da un colpo di arma da fuoco esploso da Luca Traini. Era stata una ragazza italiana la prima a soccorrerlo e a tenergli la mano fino all'arrivo dell'ambulanza. Il 9 maggio scorso Azeke si è costituito parte civile con l'avvocato Ilenia Catalini chiedendo un risarcimento, non ancora quantificato, a Traini. Lunedì mattina è stato fermato dagli agenti della Mobile per un controllo. Alla richiesta dei documenti il nigeriano ha preso il portafoglio ma, prima della carta d'identità ha preso una pallina e l'ha messa in bocca. Gli agenti sono intervenuti per impedirgli di ingoiarla e lui ha reagito buttando a terra entrambi i poliziotti. Poi ha tentato la fuga arrampicandosi su una rete metallica ma lì è rimasto impigliato e i due agenti sono riusciti ad ammanettarlo. Arrestato per resistenza e lesioni, Azeke è stato portato in questura ma anche lì ha dato in escandescenze cercando di sfondare una porta di vetro. Ieri in aula ha dato la sua versione dei fatti al giudice Daniela Bellesi e al Pm Francesca D'Arienzo.
Una panchina ai Giardini

Seduto accanto all'avvocato Jacopo Allegri (in sostituzione del collega Federico Gasparri) Azeke ha negato gli addebiti: «Non ho picchiato nessuno, mi sono difeso. Avevo paura. La droga era per me, non la volevo spacciare agli studenti». Il nigeriano ha detto di dormire su una panchina ai Giardini Diaz da tempo. Per vivere chiede l'elemosina davanti ai supermercati a Civitanova. «Guadagno circa 30 euro al giorno», ha detto. L'avvocato Allegri ha chiesto i termini a difesa e il giudice su richiesta del Pm,È tornato in libertà, ha l'obbligo di firma fino al 26 settembre quando potrebbe chiedere di essere giudicato con un rito alternativo. Da fissare l'udienza per il secondo degli arrestati.
Benedetta Lombo
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Corriere Adriatico