Sant'Angelo in Vado, don Pellizzari sotto inchiesta per abusi su minori: la ragazzina vittima (ora maggiorenne) era vicina alla famiglia del prete

Minorenne all’epoca dei fatti, è stata sentita dal pm Moccheggiani. L’attenzione della procura svizzera

Sant'Angelo in Vado, don Pellizzari sotto inchiesta per abusi su minori: la ragazzina era vicina alla famiglia
SANT’ANGELO IN VADO - Sarebbe una ragazza ora maggiorenne la vittima degli abusi sessuali di cui è accusato il prete svizzero, 64enne, Roberto Pellizzari. Una ragazza...

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SANT’ANGELO IN VADO - Sarebbe una ragazza ora maggiorenne la vittima degli abusi sessuali di cui è accusato il prete svizzero, 64enne, Roberto Pellizzari. Una ragazza minorenne all’epoca dei fatti, vicina alla famiglia Pellizzari già ascoltata dal pm Maria Moccheggiani, titolare del procedimento.

 

La segnalazione

L’iscrizione di Pellizzari nel registro degli indagati è stato l’atto che ha preceduto la perquisizione e il sequestro della villetta di famiglia ubicata in via Piobbichese. A fine estate 2023 la segnalazione del presunto abuso è stata raccolta dallo sportello provinciale d’ascolto dell’Arcidiocesi. Denuncia immediatamente presa in carico dall’Arcivescovo di Urbino, Urbania e Sant’Angelo in Vado, Sandro Salvucci,che attivò tutte le procedure canoniche previste in questi casi. Ossia segnalando la situazione al Vaticano, alla sezione disciplinare del Dicastero per la Dottrina della Fede che ha avviato di conseguenza un’indagine preliminare. Dicastero che informò il vescovo di Losanna, Ginevra, Friburgo, già avvertito dall’Arcidiocesi di Urbino, che lo comunicò a fine settembre, al procuratore generale di Neuchâtel Pierre Aubert. Nell’abitazione, il 13 aprile scorso, la polizia scientifica, almeno otto uomini avvolti nelle fatidiche tute bianche con cappuccio, mascherina e guanti utilizzando il luminol hanno cercato all’interno dell’abitazione, per più di sei ore, tracce biologiche, impronte digitali o palmari anche nelle pareti dell’abitazione. Un lavoro certosino che ha mobilitato come detto molto personale quasi convinto di andare a colpo sicuro. La procura di Urbino mantiene il riserbo massimo nell’ambito del servizio di tutela dei minori e delle persone adulte vulnerabili. Comunque i fatti risalirebbero al periodo tra il 2019 e il 2022 quando Pellizzari ottenne di essere distaccato in Italia per occuparsi della mamma malata, già assistita anche da una badante, ottenendo, formalmente lo status di sacerdote “fidei donum”, cioè, distaccato presso una diocesi italiana. Proprio durante la sua permanenza nella cittadina di origine dei suoi genitori sono avvenuti i fatti di cui oggi è imputato. Attualmente non ci sono procedure aperte nel cantone di Neuchâtel ma il procuratore generale Aubert si è messo a disposizione delle autorità italiane seguendo nei minimi particolari quello che sta avvenendo nella Procura di Urbino. Don Roberto Pellizzari, nato e vissuto a Ginevra, ha studiato presso l’University of Fribourg, frequentato Cycle d’orientation de l’Aubépine Genève e attualmente vive a Le Locle. A Sant’Angelo in vado il prete si era limitato a collaborare con la parrocchia, celebrando qualche messa, rigorosamente con il tablet, o andando a benedire qualche casa nei periodi pasquali.

I precedenti

Ricordiamo che nel 2012 don Roberto Pellizzari fu condannato per furto in due parrocchie nel cantone di Vaud in cui era responsabile ma riabilitato, quando l’anno dopo, restituì le somme, circa 8.000 franchi.

 

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Corriere Adriatico