ROMA - L’Ilva di Taranto, l’Alitalia e le banche hanno tenuto banco sulle prime pagine di tutti i giornali e nei notiziari dedicati all’approvazione della legge...
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Alla fine ci si è dovuti accontentare delle (vaghe) promesse fatte da due funzionari (il capo legislativo della ministra Paola De Micheli, avvocato Mario Capolupo, e la Capo dipartimento Speranza De Matteo) al presidente di Ucina Confindustria Nautica Saverio Cecchi e al presidente di Assomarinas Roberto Perocchio. Nel riconoscere che non è stato tecnicamente possibile trovare una soluzione nell’ambito della legge di bilancio, i due esponenti del ministero hanno assicurato la vicinanza della ministra De Micheli, ricordando che si sta adoperando con il collega Gualteri (titolare dell’Economia e delle Finanze) al fine di intervenire nel prossimo provvedimento utile.
Il contenzioso – vale la pena ricordarlo – si protrae però dalla Finanziaria del Governo Prodi del 2006 e riguarda l’aumento retroattivo dei canoni demaniali, già dichiarato illegittimo - oltre che dai tribunali civili di mezza Italia, Corti d’Appello, TAR e Consiglio di Stato - anche da una sentenza della Corte Costituzionale del 2017. Nonostante questo, le Agenzie del Demanio e delle Entrate sono andate avanti con l’emissione delle cartelle esattoriali.
In Emilia è esplosa la prima deflagrazione con il blocco dei conti correnti e, da ultimo, con la misura tombale della revoca delle concessioni demaniali per il porto di Rimini e per due darsene di Cattolica. Una bomba che potrebbe portare al fallimento, per mano dell’erario, di 24 fra le più importanti marine turistiche del Paese!
A protestare assieme a imprese e lavoratori, indossando con gli altri il tipico giubbotto di salvataggio rosso, si sono ritrovati a Roma il sindaco del Comune di Cattolica e neo consigliere regionale dell’Anci Emilia Romagna, Mariano Gennari, e l’assessore alla programmazione del territorio e demanio del Comune di Rimini, Roberta Frisoni.
“Se il Governo non cambia la norma, anche i sindaci, pur consapevoli di questa situazione kafkiana, saranno costretti a eseguire le indicazioni delle Agenzie dello Stato” - spiega il Presidente di Ucina Confindustria Nautica, Saverio Cecchi -. “Come ho avuto modo di dire personalmente alla ministra De Micheli, non ci fermeremo di fronte a tanta sconsideratezza della pubblica amministrazione, che mette a rischio non solo i 2.300 lavoratori di questi 24 porti turistici, ma tanta parte dell’indotto. Solo in Emilia rischiano di andare a casa 350 persone”.
“Dopo 12 anni di battaglie legali, tutte vinte con il riconoscimento pieno dei nostri diritti – commenta da parte sua il presidente di Assomarinas, Roberto Perocchio – ci siamo trovati costretti a manifestare anche in giornate difficili, sotto il diluvio universale e con l’allerta meteo, per poter chiedere il permesso di tornare a operare normalmente, sulla base degli accordi che ciascuno di noi a suo tempo ha sottoscritto con lo Stato”.
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Corriere Adriatico