Nautica Italiana: accelerare l'iter sulle concessioni demaniali marittime

Nautica Italiana: accelerare l'iter sulle concessioni demaniali marittime
MILANO -  Vanno rispettati “i principi della libera concorrenza e della libertà di stabilimento, previsti dalla normativa comunitaria e nazionale”. Bisogna...

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MILANO -  Vanno rispettati “i principi della libera concorrenza e della libertà di stabilimento, previsti dalla normativa comunitaria e nazionale”. Bisogna attenersi a questo principio, dice la Corte Costituzionale, per le modalità concessione delle aree demaniali marittime. La Consulta, con la sentenza numero 157 ha dichiarato l’illegittimità della legge della Regione Toscana numero 31 del 9 maggio 2016 sulle concessioni demaniali marittime, che dettava, appunto, disposizioni sulle procedure comparative inerenti il rilascio delle concessioni demaniali con finalità turistico-ricreative nonché dei piani di utilizzazione delle aree demaniali predisposti dalla Regione e prevedeva, in particolare, un indennizzo per il concessionario uscente. 


La Corte ha quindi ribadito che i criteri e le modalità di affidamento delle concessioni demaniali marittime devono essere stabiliti nell’osservanza dei “principi della libera concorrenza e della libertà di stabilimento, previsti dalla normativa comunitaria e nazionale”. Le concessioni demaniali, naturalmente, riguardano anche i porti turistici e le aree utilizzate dagli approdi nell’ambito delle zone demaniali. Da questo punto di vista si tratta, quindi, di una sentenza particolarmente importante se si considera il fatto che l'Italia, con oltre 157 mila posti barca è naturalmente una destinazione per il turismo nautico che rappresenta un importante volano di sviluppo economico e dei territori. Non a caso Federagenti ribadisce che le coste e i porti del nostro paese sono tradizionalmente meta di piccole e grandi imbarcazioni che contribuiscono a creare un significativo indotto turistico. In particolare ogni anno sono quasi  7000 le "toccate" in Italia dei Superyacht, per una permanenza media di 2,8 giorni: un potenziale che potrebbe crescere notevolmente con indubbi effetti positivi sul sistema Paese.

“La pronuncia della Corte dimostra le lacune dell’attuale quadro normativo - sottolinea  Lamberto Tacoli, presidente Nautica Italiana –. Come Associazione che rappresenta l’industria nautica italiana, chiediamo che venga accelerato l’iter legislativo di riordino delle concessioni demaniali marittime. Definire un quadro normativo chiaro per le concessioni demaniali e gli operatori che vogliono investire in strutture di accoglienza per la nautica, è infatti strategico per il rilancio del turismo nautico nel nostro Paese”.

 

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Corriere Adriatico