TENERIFE - Sette anni fa la Nissan Leaf fu la compatta che aprì la strada all’automobile elettrica quando ancora la Tesla costruiva poche vetture sperimentali. Da...
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I limiti che frenano la diffusione delle auto elettriche li conosciamo tutti e sono essenzialmente tre: il prezzo maggiore dell’auto a parità di dimensione della vettura; l’autonomia ridotta; i lunghi tempi di ricarica a confronto di un rifornimento di benzina. La Nissan Leaf seconda generazione tenta di risolvere almeno un paio di queste problematiche per far presa sul grande pubblico. Ma ci può riuscire? Vediamo di scoprire insieme se è pronta per un pubblico più ampio ed esigente. Uno dei punti di forza della nuova Leaf è il suo aspetto gradevole e pratico: la prima generazione sembrava ispirata dalla famosa battuta di Carlo Verdone - «famola strana» - e non era esattamente un esempio di eleganza.
Quella attuale invece ha un design più dinamico e dimensioni generose: è lunga 4,49 metri, ben 25 cm più di una VW Golf, tanto per fare un paragone. La nuova Leaf ha un motore elettrico da 150 cv (40 più del vecchio); come tutte le elettriche ha un ottimo spunto: scatta da zero a cento in meno di 8 secondi. Per risolvere il problema dell’autonomia, la Nissan ha impiegato batterie di maggior capacità. Il numero-chiave per distinguere le batterie è il chilowatt/ora (kWh) che è l’unità di misura dell’energia elettrica. Facendo un paragone grossolano, nelle batterie il kWh corrisponde a grandi linee alla capacità del serbatoio di un’automobile a benzina. Più kWh ha la batteria, maggiore è l’autonomia. La nuova Leaf impiega batterie da 40 kWh invece che da 30 come la precedente.
Con esse, la Leaf dichiara un’autonomia di 378 km nel ciclo combinato. Anche se le nuove norme di omologazione sono più severe delle precedenti, non si avvicinano mai alla realtà della guida pratica dove lo stile di guida incide moltissimo nei consumi. Per questo un’auto elettrica va provata di persona nelle condizioni più comuni. Tenete conto che un’elettrica, a dispetto di quel che si pensi, si può anche ricaricare durante la marcia recuperando energia in decellerazione e in frenata.
Perciò se volete aumentare l’autonomia, dovete imparare a sfruttare bene la frenata. La Leaf ha pure un sistema apposito, l’E-Pedal, che esalta questa funzione. Si tratta di una vera novità: permette di comandare con il solo pedale dell’acceleratore sia lo scatto in avanti che la frenata; sollevando il piede dal pedale destro, infatti, la Leaf non decelera e basta ma si innesca un rallentamento forzato che funge da frenata; e ricarica le batterie. Imparando bene questa tecnica di guida scoprirete che potrete fare a meno 9 volte su 10 di usare il pedale del freno. La guida così diventa meno stressante e più risparmiosa.
Noi con la nuova Leaf abbiamo percorso oltre 170 km tra salite che impegnavano il motore e discese che permettevano di rigenerare la carica. E ci è avanzato il 18% di autonomia nelle batterie. Vuol dire che la Leaf può superare bene i 200 km reali di percorrenza con una carica di corrente. Per l’uso quotidiano in città, insomma, la carica basta e avanza; per le gite fuori porta domenicali dovete farvi bene i conti a seconda dell’impiego che ne farete.
Quanto al tempo di ricarica, le regole le detta la fisica e non ci sono scorciatoie: più è sottile il cavo di carica, meno intensità di corrente (Ampére) ci passa e più si allungano i tempi di carica (e viceversa). Quindi si va dalle 21 ore di ricarica nella presa di casa da 220v a 10A fino alle 5,5 ore necessarie con le “wall box” da 7 kW che potete installare nel garage. Ma dovrete anche adattare il contratto con la compagnia elettrica che vi rifornisce l’abitazione. Il prezzo della Leaf parte da 33.070 euro della versione Visia, ma per avere quella più accessoriata con navigatore e sistema Pro Pilot con cruise control adattivo bisogna andare almeno sui 37.935 euro della versione N-Connecta. Leggi l'articolo completo su
Corriere Adriatico