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Come cambierà Liberty Media, la società padrona della F1, con il nuovo presidente e amministratore delegato Stefano Domenicali? Seguirà la linea del predecessore Chase Carey o, da esperto di motorsport e F1 quale è, apporterà nel tempo sostanziali modifiche? Il calendario dei Gran Premi 2021 prevede 23 Gran Premi, Coronavirus permettendo, e sarà la stagione con il maggior numero di gare della storia della F1 iniziata nel 1950. Ma Domenicali ha sorpreso tutti proponendo per il futuro un calendario con meno Gran Premi: "Ventitrè rappresenta un numero molto importante di gare, senza dubbio, in termini di quantità, di attenzione, di impegno richiesto alle persone. Ci sono due posizioni in merito: qualcuno può dire che siano troppe, qualcun altro che non sia un problema", ha spiegato Domenicali, "ma mi verrebbe da dire che questa equazione si risolverà da sola. Riuscendo a offrire un prodotto incredibile, potremmo forse tornare a qualche corsa in meno e magari per alcuni Gran Premi ci sarebbe la possibilità di una rotazione, mantenendo visibilità su territori diversi. È qualcosa su cui quest'anno abbiamo in programma di pensare attentamente, così da essere pronti quando il mondo tornerà alla normalità".
Il precedente gestore del Mondiale F1, Bernie Ecclestone, aveva iniziato molti anni fa la conquista di nuovi Paesi in cui portare la massima formula. Si era spinto anche in India e Corea del Sud facendo costruire circuiti mega galattici, ma ben presto tali progetti sono falliti tra il disinteresse generale, mentre ha retto a lungo il GP della Malesia, poi uscito recentemente dai radar, e gran successo ha avuto anche la gara di Singapore, la prima della F1 in notturna in città.
Liberty Media ha proseguito in qualche maniera il tentativo di espansione della F1 con il Vietnam (ma ancora non si è corso ad Hanoi), per questa stagione c'è la novità assoluta dell'Arabia Saudita, cercando poi di diminuire la "tassa" chiesta in precedenza da Ecclestone. A serio rischio un paio di anni fa era la disputa del GP d'Italia a Monza, ma Liberty Media ha fatto il possibile per salvare la corsa tricolore. Il Covid-19 poi, ha cambiato lo scenario e Liberty Media è stata abile a stilare un calendario con circuiti bellissimi, ma che parevano essere dimenticati dalla F1, come Imola, Portimao, Istanbul e Nurburgring. Domenicali non nasconde di preferire autodromi con una storia e interessanti dal punto di vista della guida per i piloti e dello spettacolo. L'idea del manager italiano pare essere condivisa dai team che vedono 23 trasferte come fumo negli occhi. Tra l'altro, quest'anno vi saranno ben tre triplette di gare consecutive: Belgio-Olanda-Italia, Russia-Singapore-Giappone, USA-Messico-Brasile. Sono trasferte lunghe e stancanti per il personale, almeno 23-25 giorni fuori casa per ognuna delle triplette, con costi esorbitanti per le squadre. Poi, c'è un altro aspetto da non sottovalutare: troppe gare possono stancare l'appassionato, soprattutto in una F1 che propone sempre team dominanti dall'era delle vittorie Ferrari a quelle Red Bull e infine Mercedes.
Dopo circa tre decenni con 16-17 round a stagione, il processo di crescita si può ritenere iniziato nel 2004, quando si disputarono 18 gare. Sono diventate 20 nel 2017, quando Liberty Media acquistò la F1 da Ecclestone, sulla carta sono adesso 23. Per il 2021 Domenicali conferma la necessità di restare "flessibili", dovendo sempre operare nell'emergenza COVID-19, ma chissà che questo contesto non induca un approccio più votato alla qualità. Anche se l'ultimo Patto della Concordia fissa il tetto addirittura a quota 25 Gran Premi.
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