Innovest punta al Sanzio: il fondo vuole comprare l’aeroporto. Sede a Milano ma a imprenditori marchigiani

Innovest punta al Sanzio: il fondo vuole comprare l’aeroporto. Sede a Milano ma a imprenditori marchigiani
ANCONA Nonostante tutto, il Sanzio fa ancora gola. Con il fondo anglo svedese Njord - proprietario della società Ancona International Airport che gestisce lo scalo - pronto...

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ANCONA Nonostante tutto, il Sanzio fa ancora gola. Con il fondo anglo svedese Njord - proprietario della società Ancona International Airport che gestisce lo scalo - pronto a vendere le sue quote di maggioranza (detiene il 91,5% del pacchetto azionario), già due pretendenti hanno bussato all’uscio dell’infrastruttura con base Falconara per subentrare, come anticipato ieri dal Corriere Adriatico. Quella che al momento sembra avere più chance di spuntarla nel duello è Innovest S.p.a., holding fondata nel 1993 con sede a Milano, in Corso Venezia, «focalizzata su realtà aziendali che necessitano di cambiamenti radicali, di una nuova visione imprenditoriale o sottoposte a procedure concorsuali», si legge nel sito.  


Il profilo


Si occupa principalmente di private equity, ovvero operazioni finanziarie di medio termine (5/7 anni) finalizzate a portare capitale di rischio in una società in base ad una valutazione positiva della sua attitudine alla crescita. E AIA, società gestore del Sanzio, potrebbe rientrare in questo identikit. Dietro al fondo milanese ci sarebbero però anche imprenditori marchigiani che hanno tutto l’interesse a non far finire l’aeroporto regionale nell’ennesimo buco nero della sua storia. Una cordata che avrebbe agganci anche con esponenti nazionali di spicco di Fratelli d’Italia, partito che esprime il governatore delle Marche Francesco Acquaroli. L’altro contendente il lizza per l’acquisizione del Sanzio sarebbe poi un gruppo veneto con sede a Verona, base per un fondo estero che si occupa anche di aviazione non civile. In quest’ottica, la lunga pista del Sanzio e gli ampi spazi di cui dispone farebbero gola per le attività di riparazione degli aerei. 


L’addio di Njord


La situazione è ancora avvolta nella nebbia. L’unica certezza, al momento, è che Njord non ha più alcuna intenzione di restare al Sanzio. Da quando è arrivato nelle Marche, nel 2019, il fondo anglo svedese ha avuto più rimessa che guadagno dall’operazione. Ai 15 milioni di euro sull’unghia garantiti per far stare in piedi il piano di risanamento triennale (che si alimentava anche dei 25 milioni di soldi pubblici messi dalla Regione dopo l’ok di Bruxelles), Njord ha aggiunto quelli per le spese di ristrutturazione dell’infrastruttura. A fronte delle uscite, le entrate sono state fortemente contratte dai due anni di stop quasi totale dei voli a causa del Covid. Ma in quel biennio nefasto, il Sanzio ha continuato a restare operativo per garantire il servizio sanitario, come da richiesta ministeriale. All’epoca la Regione (guidata dal’ex governatore Ceriscioli) aveva dato l’ok al rimborso degli 800mila euro extra spesi per la gestione del Covid nel 2020, ma la procedura è ancora al vaglio dell’Unione europea e, nel frattempo, Njord non ha visto neanche un centesimo. 


Ragion per cui - fino a quando Palazzo Raffaello non rimborsa la cifra - ha manifestato l’intenzione di non sborsare più risorse fino alla vendita delle quote. Una situazione complicata che sta agitando anche la Regione. Ieri ci sarebbe stato anche un incontro tra il governatore Acquaroli ed il direttore generale uscente di AIA Carmine Bassetti per discutere degli scenari che si aprono di fronte al Sanzio. Dal 1 ottobre gli subentrerà il nuovo dg Alexander D’Orsogna, già direttore marketing aviation agli aeroporti di Puglia. Uomo del fondo Njord, avrà il compito di potenziare lo scarno bouquet di voli che transitano per lo scalo di Falconara, nell’attesa della vendita.
Martina Marinangeli

 

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Corriere Adriatico