Renzi, da Rimini a L'Aquila via Pesaro "Nel 2016 via Tasi e Imu per tutti"

Matteo Renzi con Luca Ceriscioli e Matteo Ricci
PESARO - "Il prossimo anno togliamo Tasi e Imu per tutti. Non è possibile continuare questo giochino". Lo ha detto il premier Matteo Renzi a Pesaro. ...

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PESARO - "Il prossimo anno togliamo Tasi e Imu per tutti. Non è possibile continuare questo giochino". Lo ha detto il premier Matteo Renzi a Pesaro.








"In Italia - ha aggiunto - la tassazione è esagerata» e bisogna abbassare le imposte ma per fare questo «non basta un anno". Renzi ha ribadito che abbassarle restituisce "equità sociale" e non lo si fa "per guadagnare consensi. C'è l'idea - ha detto ancora - che il governo abbassa le tasse solo per il consenso e c'è un pregiudizio: chi fa il premier è solo per garantirsi un proprio futuro. Noi siamo abituati ai politici che stanno per generazioni ed invece noi dopo due mandati lasceremo. L'Italia ha bisogno di ridurre il carico fiscale, mantenere certo il livello di sociale ma ridurre". Anche perché, ha detto ancora il premier: "da qui ai prossimi due anni e mezzo nessuna elezione in vista. Da qui a due anni e mezzo non si va al voto".



Non è mancato un accenno al rapporto con i sindacati. "Abbiamo dimezzato i permessi sindacali - ha detto Renzi -: il sindacato è una cosa bella ma se riduci i permessi non fa male. Noi abbiamo il maggior numero di sindacalisti e politici e se noi riduciamo il numero un po' non è un attacco al sindacato ma è un modo per dire fai meglio il tuo lavoro".




Il tema economico. "Ad agosto - secondo il presidente del Consiglio dei ministri - ho visto grandi polemiche sul pil che cresce poco. Per mesi siamo stati in una situazione di difficoltà del pil e ora che torna a crescere i giornali dicono: 'cresce poco'. È chiaro che l'0,5 non basta ma, guardando, i numeri stanno cambiando".



E ancora. "Se avessimo lo spread che c'era l'ultimo mese che Berlusconi era al governo avremmo 9 miliardi in più di interessi da pagare. Non ci fermiamo mai a dire che le cose stanno cambiando e vediamo solo gli aspetti negativi. Oggi sul Sole 24 Ore si vede che da gennaio le borse sono tutte in negativo, vedrai che Shanghai proseguirà, ma Milano ha un +7,5 per cento. Non è merito del governo ma se smettiamo di piangere l'Italia può ripartire".



E poi le riforme. "Ci portano mezzo milione di emendamenti? Una risata li seppellirà", ha detto guardando ai 600mila emendamenti di Calderoli e della Lega al ddl Boschi. "Te c'hai la tigna? Ma noi ce l'abbiamo più di te. Non ci facciamo bloccare dallo spauracchio degli emendamenti. Non ci faremo fermare da qualche cultore del blocco".



Altra polemica estiva: la direzione di alcuni musei italiani - tra cui la Galleria nazionale delle Marche di Urbino - ad alcuni manager stranieri. "Vogliamo continuare a litigare o occuparci del bene dell'Italia, a me interessa sbloccare l'Italia. Ho visto una polemica per i sette direttori stranieri dei musei italiani quando all'estero ci sono tanti direttori di musei italiani. Che problema c'è? Che problema è se li scegliamo con un bando sull'Economist? Possiamo o non possiamo rendere i nostri musei migliori, presentati meglio?".




Gran finale con le immagini delle bellezze del nostro Paese "montate" con la colonna sonora di Rossini. "Dobbiamo uscire dal provincialismo della paura che ha cercato di invaderci in questo ultimo mese, di bussare alla porta dei nostri cuori raccontando che non abbiamo più chance, che siamo finiti. Ognuno di noi può votare e pensare quello che vuole della classe dirigente, vi può stare simpatico più o meno il Governo, il presidente della Regione, il sindaco, ma tutti insieme dobbiamo fare lo sforzo per dare al nostro Paese, ai nostri figli e ai figli dei nostri figli la possibilità di essere orgogliosi e grati di quello che hanno avuto in eredità". Questo l'invito del presidente del Consiglio, Matteo Renzi, a conclusione del suo intervento al Teatro Rossini di Pesaro dove ha firmato un protocollo per rilanciare la candidatura di 'Pesaro Città della Musicà come riconoscimento Unesco.



"Il punto non è se noi stiamo facendo o raccontando bene - ha detto Renzi riferendosi alla presentazione dei risultati del Governo in teatro - ma se siamo in grado di coinvolgere. Nei prossimi due anni e mezzo non ci sono elezioni, non ci sarà quindi una situazione da campagna elettorale ma di un Paese da finire di sistemare con le riforme, di un'Italia da rimettere nella giusta direzione, che non stia alla finestra ma che debba contare".



"Per far accadere tutto questo - ha aggiunto Renzi - a livello di Governo, ci impegneremo tutti i giorni ma anche tutti voi dovete fare una cosa. Dopo vent'anni di rissa, di polemica ideologica, di un'Italia divisa fra berlusconiani e non, destra e sinistra, io che appartengo a un partito, il più grande di questo Paese, e di cui sono segretario, dico che siamo arrivati al momento in cui ognuno si può tenere le proprie idee ma di confrontarci e di lavorare tutti insieme per il bene dell'Italia senza più permetterci il lusso di perderci nel chiacchiericcio di fronte a tutta la bellezza del nostro Paese". "Da Pesaro, con la firma del protocollo, mi assumo l'impegno per questa città ma chiedo anche a questa città non tanto di sostenere questo Governo ma di sostenere il Paese e tutta la sua bellezza perchè se l'Italia torna a fare l'Italia non ce n'è più per nessuno".




Renzi è arrivato a Pesaro dopo l'intervento al Meeting di Rimini dove, tra l'altro, ha detto: "La grande possibilità dell'Italia oggi è di essere terra di opportunità e non di rimpianti".




"L'Italia è di fronte a un bivio - ha detto ancora Renzi intervenendo al Meeting di Cl a Rimini -: l'Italia deve tornare a fare l'Italia e allora c'è spazio per uscire dalla crisi. Se viceversa non investisse su se stessa insistendo sulla negatività non sarà un Italia meno ricca, ma il mondo".



"L'Italia - ha aggiunto Renzi - in questi 20 anni ha trasformato la Seconda Repubblica in una rissa permanente ideologica che ha smarrito il bene comune e mentre il mondo correva è rimasta ferma in discussioni sterili interne. Io credo - ha aggiunto - che il berlusconismo e per certi versi anche l'antiberlusconismo hanno messo il tasto 'pausa' al dibattito italiano e abbiamo perso occasioni clamorose. Ora il nostro compito è di rimetterci a correre. È come se le riforme siano un corso accelerato per rimettere l'Italia in pari".



"L'Italia - ha detto in un altro passaggio il presidente del Consiglio - ha cancellato la parola politica che è una parola bella, piena di significati alla faccia dei tecnici che ci danno lezioni ma sbagliano tutti i conti".



Il premier ha parlato anche di legge elettorale. "C'è chi si lamenta che manca l'elezione diretta ma non è che più voti più c'è democrazia, quello è il Telegatto. Serve che crei dei decisori politici, non è che moltiplichi le poltrone e moltiplichi democrazia. È una discussione incredibile". In sostanza Renzi ha escluso modifiche al ddl Boschi sull'elettività dei senatori.



Alla fine, è giunto da Cl un endorsement per Renzi. "A chi cerca di tirare il Paese fuori dalla crisi - ha detto la presidente del Meeting di Cl Emilia Guarnieri - e di lavorare per il bene comune diciamo che noi ci siamo". L'intervento di Renzi è stato sottolineato da due minuti di applausi. Renzi è stato interrotto per venti volte dai battimani della platea. "Quando le Istituzioni vogliono dare una mano al Paese, noi ci siamo con la nostra capacità di operare per il bene comune", ha concluso.



Da Rimini, Renzi è partito alla volta di Pesaro. La città ha reso omaggio nel Teatro Rossini all'archeologo di Palmira, Khaled al Asaad, trucidato dalle milizie dell'Isis. Sul palco è stato mandato in onda il filmato di un estratto dell'opera Aureliano in Palmira di Giochino Rossini. L'omaggio è stato accolto da scroscianti applausi del pubblico.
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Corriere Adriatico