ANCONA - Anche nelle Marche la criminalità organizzata ha messo radici. L'isola felice, un'illusione abbandonata già da qualche anno, "è andata...
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Sull'altro fronte, Macrì ha parlato della presenza di gang che commettono reati comuni in forma organizzata (droga, frodi informatiche, sfruttamento della prostituzione) e di tentativi di infiltrazione di sodalizi legati a soggetti appartenenti o contigui ad associazioni mafiose. Gruppi che operano in modo silenzioso, senza omicidi o sequestri, accaparrandosi appalti pubblici, riciclando denaro e facendo illecita concorrenza. Una «realtà sommersa ampia e minacciosa» ha detto il Pg, estendendo il concetto al terrorismo islamico. Ma, a volte, il crimine organizzato fa rumore come dimostra l'impennata di reati 'spià come usura (+74%) ed estorsioni (+18%). Macrì ha ricordato i sequestri per 150 milioni di euro condotti dalla magistratura, ma ha richiamato uffici giudiziari e Polizia giudiziaria a fare anche di più. Un indice di quanto le Marche siano cambiate in peggio viene dal numero di magistrati sotto scorta: se cinque anni fa nessuno era sottoposto a misure di protezione per minacce e intimidazioni, attualmente sono in dieci ad esserlo. E c'è un'altra battaglia da combattere, segnalata con il ricorso a slide proiettate su un maxi-schermo dal presidente della Corte d'appello Carmelo Marino: quella delle cause civili "lumaca": una su tre (11.023, il 34%) supera la durata ragionevole del processo (sei anni secondo la Legge Pinto: tre per il primo grado, due per l'appello e uno per la Cassazione). I danni sono sia per i cittadini che per lo Stato, che rischia di dover sborsare risarcimenti consistenti. Gli uffici, nonostante la carenza di organici amministrativi e anche di giudici, cercano di reagire puntando sul 'modello marchigianò: dal progetto con un software che taglia file in udienza al processo civile telematico, dall'ufficio per il processo con impiego di cancellieri e tirocinanti che affiancano i magistrati, alla riforma delle sezioni civili di secondo grado. Il prossimo anno i giudici d'appello (il 49% delle cause va oltre i due anni) dovranno emettere 174 sentenze a testa e quelli ausiliari 80.
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Corriere Adriatico