Case popolari, passa la legge: «Favoriti disabili e giovani coppie». Ma l'opposizione protesta: «È discriminatoria»

Case popolari, passa la legge: «Favoriti disabili e giovani coppie». Ma l'opposizione protesta: «È discriminatoria»
ANCONA - Da un minimo di uno ad un massimo del 33% degli immobili disponibili a famiglie under 35, monoparentali, forze dell’ordine, vittime di violenza. Cresce la soglia...

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ANCONA - Da un minimo di uno ad un massimo del 33% degli immobili disponibili a famiglie under 35, monoparentali, forze dell’ordine, vittime di violenza. Cresce la soglia della premialità per anzianità di residenza (da 0,25 a 0,50) e si porta da 5 a 6 il massimo indice per la disabilità. Rivisti i requisiti necessari per i richiedenti extracomunitari con residenza fiscale fuori Italia: introdotto l’obbligo di presentazione della certificazione del loro stato reddituale e patrimoniale nello stato d’origine. Sono alcuni dei perni della nuova legge che fissa i criteri di assegnazione delle case popolari approvata ieri in consiglio regionale. 

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La Lega e FdI soddisfatti

Tra i primi a festeggiare c’è il commissario della Lega, Riccardo Marchetti: «Sulle politiche abitative dopo pochi mesi siamo riusciti a concretizzare gli impegni assunti in campagna elettorale. Nuove problematiche portano nuove priorità e richiedono un cambio di strategia che la Lega, con il contributo delle forze di centrodestra, ha tradotto in una legge a misura di cittadino che attenziona famiglie con disabili e anziani, supporta le giovani coppie e le famiglie monoparentali, con uno sguardo d’insieme alla sicurezza e alla tutela dei residenti, un fattore tutt’altro che secondario per ricostituire una rete sociale funzionale alla crescita armonica del territorio. Siamo fieri di aver mantenuto la parola data agli elettori: questa legge porta nuova speranza e fiducia nelle istituzioni perché non assegna solo case, restituisce e rafforza certezze». Soddisfazione anche da parte di Fratelli d’Italia: «Attraverso il nostro contributo abbiamo ottenuto importanti modifiche tese al rispetto della legalità e alla salvaguardia delle fasce più deboli attacca Nicola Baiocchi, FdI. «Mi preme evidenziare - spiega Baiocchi - come fra i requisiti sia stato ora inserito che occorra non aver riportato, negli ultimi dieci anni dalla data di pubblicazione del bando, condanne – con sentenze passate in giudicato – per delitti non colposi per i quali la legge preveda la pena detentiva non inferiore nel massimo edittale a due anni. Lo stesso dicasi per altre due integrazioni in merito alla decadenza se l’assegnatario abbia riportato denunce per inosservanza dell’obbligo di istruzione per i figli minori e/o condanne, anche non definitive, in ambito della violenza di genere». Secondo il Pd, in minoranza, sono stati «stravolti i principi volti a soddisfare il diritto alla casa per le fasce sociali più deboli». Molti gli aspetti critici rilevati dai dem, oggetto anche di «ben 17 emendamenti tutti bocciati dalla maggioranza». «Ci saremmo aspettati che in sede di revisione e riordino del sistema regionale delle politiche abitative - osserva il gruppo Pd - si potessero creare le condizioni per interventi volti ad allargare la platea dei beneficiari delle case popolari, ottemperando alla ratio della legge 36 del 2005, che si pone l’obiettivo di soddisfare il bisogno primario all’abitazione per le fasce sociali più deboli. Ci siamo invece trovati di fronte - lamentano i dem - a modifiche parziali e ideologiche, che trasformano in senso peggiorativo la legge stessa, rendendola discriminatoria e punitiva».

 

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Corriere Adriatico