ANCONA - “La rapidità e facilità dei collegamenti tra gli Urali e le Marche sono una priorità e passano attraverso l'attivazione delle tratta aerea...
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Nei prossimi giorni, il presidente Drudi coinvolgerà la vice presidente della Regione Marche, Anna Casini, che ha la delega per gli aeroporti, “perché la disponibilità dei partner russi venga verificata e si possano mettere in campo tutte le azioni utili per favorire un accordo tra le società che gestiscono i due scali”. Gli Urali e le Marche provano a tagliare le distanze, condizione necessaria per consentire alle economie delle due regioni di dialogare con risultati migliori di quelli ottenuti fino ad oggi. E il primo passo è strategico e propedeutico a tutto il resto: una linea aerea diretta, che sarà utilizzata sia a fini commerciali che turistici, “visto che il tradizionale mercato dei vacanzieri russi, rappresentato da Turchia e Paesi del Nord Africa, è diventata un’area eccessivamente turbolenta”.
"Ad oggi, le ore di viaggio sono dodici - spiega Alberto Drudi, appena rientrato dalla missione a Ekaterinburg -: si passa da Bologna a Instanbul, poi un stop forzato di sei ore e ancora 4 ore di viaggio fino alla capitale dello Sverdlovsk. Un tempo eccessivo e questo vale anche per le merci". “Ci sono rapporti che vanno consolidati, approfittando delle ottime relazioni istituzionali – ha spiegato il presidente dell’ente camerale pesarese -: le nostre aziende hanno grandi possibilità di fare business, perché solo nella città capoluogo, nei prossimi 10 anni, saranno costruiti 10 milioni di metricubi di edilizia residenziale, un centro congressi per 10 mila persone, 160 istituti scolastici e c’è un forte interesse verso le nostre imprese della filiera dell’edilizia, del mobile e della moda”.
Drudi ha sottolineato come il ministro Sobolev e il sindaco di Ekaterinburg, Evgeny Roizman, siano “amareggiati e preoccupati per le sanzioni dell’Ue, che hanno penalizzato in maniera significativa anche le aziende marchigiane”. “Auspico che le questioni politiche internazionali vengano al più presto superate in maniera definitiva – ha dichiarato l’assessore regionale all’Industria, Manuela Bora – e che la Russia torni ad essere un mercato di riferimento per tutto l’export delle Marche, in particolare per la calzatura e per il mobile”. “C’è grande attenzione verso il ‘made in Marche’ – ha concluso -, come hanno confermato le associazioni degli architetti, gli importatori del mobile e quelli della moda. Questi ultimi gestiscono 150 punti vendita in tutti gli Urali e saranno a Pesaro nel prossimo mese di novembre”. Leggi l'articolo completo su
Corriere Adriatico