Marche, specialisti a domicilio per migliorare la cura ai pazienti Covid e evitare il rischio di casi sottostimati. Ecco il protocollo

Il personale dell'Usca della Area vasta 3 dell'Asur Marche
ANCONA - Specialisti a domicilio per migliorare la cura  ai pazienti Covid e il rischio di casi sottostimati. Le quattro aziende ospedaliere regionali – Asur, Torrette,...

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ANCONA - Specialisti a domicilio per migliorare la cura  ai pazienti Covid e il rischio di casi sottostimati. Le quattro aziende ospedaliere regionali – Asur, Torrette, Marche Nord ed Inrca – hanno sottoscritto un Protocollo d’intesa della durata di un anno, a decorrere dal 1 ottobre, con le «indicazioni operative per la gestione domiciliare del paziente acuto confermato o sospetto Covid, con lo scopo di ridurre la pressione ed il carico sulle strutture ospedaliere e residenziali territoriali, gestendo efficacemente a casa i pazienti con forme di malattia da lievi a moderate». 

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Il documento e la delibera
Il documento fa seguito alla delibera di giunta n. 1129 del 21 settembre con cui si dava mandato agli Enti di regolare le forme di collaborazione tra Usca, medici di base, pediatri e specialisti ospedalieri, al fine di «rendere ancora più integrato il modello di assistenza sanitaria». La modalità individuata è quella del teleconsulto tramite videoconsulenza o, «se ritenuto necessario, una consulenza specialistica in presenza a domicilio», specifica il Protocollo. A questo scopo, ciascuna azienda sanitaria/ospedaliera mette a disposizione personale medico nelle discipline di Malattie infettive, Pneumologia, Medicina interna, Neurologia, Pediatria, Cardiologia, Geriatria, Fisiatria e Nefrologia. 


Il sostegno ai medici di base
I medici di base, pediatri e le Usca, nell’ambito del monitoraggio e gestione domiciliare dei pazienti Covid, «procedono, qualora ne ricorrano le necessità, a contattare in teleconsulto i medici specialisti messi messi a disposizione dalle aziende, nei giorni e negli orari, e con le modalità che saranno stabilite successivamente – prosegue il documento –, al fine di acquisire indicazioni strumentali al completamento/conferma della diagnosi clinica, del monitoraggio dell’evoluzione della malattia, ed alla valutazione dell’appropriatezza delle terapie, nonché all’eleggibilità alle terapie monoclonali». Terapia, quest’ultima, che finora è stata utilizzata al di sotto delle aspettative anche per la difficoltà di centrare la finestra temporale all’interno della quale si rivela efficace, ovvero nei primi giorni della malattia. 


La procedura operativa
Le quattro aziende ospedaliere hanno poi concordato di «rinviare successivamente la definizione di una procedura operativa che specifichi nel dettaglio le modalità di svolgimento delle attività di teleconsulto e delle visite specialistiche a domicilio. Le parti procederanno all’attivazione di specifico uno confronto sindacale al fine di meglio definire le modalità operative connesse allo svolgimento delle attività di consulenza». Le attività saranno svolte in orario di servizio o in altro regime alternativo da definire e le tariffe delle prestazioni, «sia in teleconsulto sia in modalità di visita in presenza, saranno definite successivamente tenuto conto del regime scelto per lo svolgimento delle attività». 
la responsabilità della cura


Quanto alle responsabilità, il Protocollo specifica che «il soggetto che si avvale dell’opera dei professionisti resa in teleconsulto è unico responsabile per eventuali danni cagionati a terzi e/o cose dai professionisti che effettuano l’attività in teleconsulto». Durante la conferenza stampa di presentazione del provvedimento, l’assessore alla Sanità Filippo Saltamartini aveva annunciato il “reclutamento” di 84 specialisti, di cui 12 da Torrette (4 infettivologi, 2 pneumologi, 2 internisti, 2 neurologi, 2 pediatri), quattro da Marche Nord (2 internisti; 1 pneumologo, 1 infettivologo), sei dall’Inrca (1 internista, 1 cardiologo, 1 pneumologo, 1 geriatra, 1 fisiatra, 1 nefrologo) e 62 dall’Asur: 3 internisti e 2 cardiologi dall’area vasta 1; 9 internisti, 5 cardiologi e 4 neurologi dall’av2; 3 pneumologi, 5 cardiologi, 4 neurologi, 3 infettivologi e 3 internisti dall’av3; 3 internisti, 2 cardiologi e 2 neurologi dall’av4; 3 pneumologi, 4 cardiologi, 4 neurologi e 3 internisti dall’av5. Leggi l'articolo completo su
Corriere Adriatico