Gli imprenditori balneari: «Applicano la Bolkestein? Devono venire con le armi per levarci le concessioni». A rischio 868 stabilimenti

Acquaroli, «Prima serve la mappatura a livello nazionale»

La protesta degli operatori balneari davanti alla Regione Marche
ANCONA - Bolkestein, si entra nella fase calda del braccio di ferro. Scadono oggi i termini per presentare gli emendamenti al Dl Concorrenza, con i quali si punta ad attenuare gli...

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ANCONA - Bolkestein, si entra nella fase calda del braccio di ferro. Scadono oggi i termini per presentare gli emendamenti al Dl Concorrenza, con i quali si punta ad attenuare gli impatti devastanti della direttiva europea sul settore balneare. Se il testo passa per come è stato scritto, entro dicembre 2023 tutte le concessioni dovranno essere messe all’asta. «Se vanno avanti con l’applicazione alla lettera della Bolkestein devono venire con le armi per mandarci via», il grido d’aiuto lanciato dagli imprenditori balneari, che ieri si sono riuniti davanti a Palazzo Leopardi per chiedere alla Regione di restare al loro fianco nella battaglia.

 

A raccogliere le loro istanze, il governatore Acquaroli, la deputata Lucia Albano, gli assessori Castelli, Aguzzi e Baldelli, i consiglieri Leonardi, Ciccioli, Borroni e Mangialardi.


La sorpresa


«L’accelerata ci ha colto di sorpresa – ha osservato Acquaroli -. Evidenzieremo, nelle sedi competenti della Conferenza della Regioni, la necessità di completare la procedura di mappatura nazionale delle aree demaniali e la verifica della sussistenza dei presupposti per l’applicazione della Bolkenstein. Senza mappatura, qualsiasi atto sarebbe una forzatura che sottintende qualcosa di diverso». L’articolo 12 della direttiva stabilisce che, ai fini della sua applicazione, si debba appurare la “non scarsità” della risorsa. Tradotto: il principio di libera concorrenza si applica sempre, a meno che la risorsa non sia scarsa. Nelle Marche ci sono 165mila metri di costa, di cui 125mila accessibili. Di questi, 61mila sono già oggetto di concessione, mentre in 3.500 ancora no. Sono 868 le concessioni balneari: 249 in provincia di Ancona, 206 ad Ascoli, 171 nel Pesarese, 127 nel Fermano e 115 nel Maceratese. «Chiediamo che ci si orienti sull’ipotesi del doppio binario, proposto in alcuni emendamenti – rincara la dose Castelli – per effetto del quale sarebbero salve le concessioni precedenti al 2009 (quando è stata attivata la Bolkestein) e una norma transitoria per quelle successive. Gli indirizzi della direttiva si applicherebbero solo per le nuove concessioni. Una sentenza ha già disposto la non applicabilità della Bolkestein prima del 2009».

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Corriere Adriatico