La ministra dell’Istruzione Lucia Azzolina sarà oggi ad Ancona per fare il punto sul rebus scuole nelle Marche. Per discutere dell’avvio – a prova di...
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La prima campanella dell’anno scolastico 2020/2021 non sarà come tutte le altre: dopo mesi di stop causati dall’emergenza Covid, bisognerà presentarsi all’appuntamento preparati e nelle Marche le questioni in sospeso sono diverse. Una, poi, si intreccia con la tornata elettorale che, per decisione del governo, cadrà tra il 20 ed il 21 settembre, ad una manciata di giorni dal rientro in classe. Per evitare che le scuole si blocchino di nuovo per permettere l’espletamento delle votazioni, ieri il Consiglio regionale ha approvato una mozione, proposta dal dem Francesco Giacinti, con la quale si sollecita la giunta ad effettuare una rapida ricognizione delle possibili sedi alternative alle scuole, in cui svolgere le consultazioni in autunno.
L’atto propone di predisporre i seggi in palazzetti dello sport, palestre, uffici, ex caserme, oppure strutture temporanee ed altri contenitori pubblici. Ma a parte il cortocircuito tra inizio delle lezioni e chiamata alle urne, ci sono criticità nel mondo della scuola che vanno oltre il calendario. Dopo l’affondo dei sindacati, che nei giorni scorsi hanno denunciato una «situazione davvero preoccupante» per le «oltre 1100 classi con una media tra i 25 ed i 36 alunni», è l’assessora regionale all’Istruzione Loretta Bravi ad accendere un faro sulla questione delle cosiddette classi pollaio.
«Nelle Marche, la scuola dell’infanzia ha 778 sezioni, di cui 189 hanno dai 30 ai 26 alunni – spiega –: sono spazi molto piccoli e non può essere garantito il distanziamento, quindi ci chiedono di dividere le sezioni. Nella Primaria, classi sopra i 30 alunni si trovano a Gradara, nel convitto di Macerata, Monsampolo del Tronto, ad Ascoli. Ne abbiamo poi tante da 28 a 30 alunni. L’Usr dice che la media è di 19 studenti, ma poi ci sono classi come una a Falconara con 26/27 alunni di cui 2/3 con disabilità e sono venuti da me i genitori per espormi questa problematica». Per quanto concerne la secondaria di primo grado, nelle Marche non sono state riscontrate particolari criticità, cosa che non si può dire della secondaria di secondo grado: «classi che superano i 30 alunni – prosegue Bravi –si trovano al classico di Urbino, scientifico, scienze umane a Fermo, liceo linguistico a Macerata, l’Urbani a Porto Sant’Elopidio, al liceo scientifico Licini di Ascoli, al Rinaldini di Ancona, allo scientifico di Jesi. Di classi tra i 25 ed i 30 ce ne sono poi un nugolo. Vogliamo che l’Usr ci aiuti a sdoppiare le classi che superano i 30 studenti».
A questo, si somma la cronica carenza di personale, piaga del settore anche a livello nazionale. «In una regione piccola come la nostra – è sempre l’assessora a fare il punto – il taglio di 40 docenti in organico è comunque un problema. Quando sono giunta in regione, ho trovato riconsegnate, quindi perdute, 15 autonomie scolastiche: in 5 anni ho cambiato rotta, le ho mantenute tutte». Tra le criticità segnalate al ministero, e di cui si tornerà a parlare anche nell’incontro di oggi, compaiono pure la battaglia per non spostare la scuola di Montalto, una divisione diversa per Cagli e Urbania, il mantenimento di tutti i presidi nelle zone del sisma, compreso quello di Cessapalombo che ha cinque bambini. Leggi l'articolo completo su
Corriere Adriatico