Gli operatori della Rsa di Recanati: «Vogliamo continuare a lavorare»

Gli operatori della Rsa di Recanati: «Vogliamo continuare a lavorare»
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RECANATI C’è preoccupazione tra i dipendenti della residenza sanitaria assistita di Recanati. La struttura pubblica dell’Asur, attualmente gestita da una cooperativa, sarà presto in mano alla Fondazione Ircer. Passaggio concordato per permettere all’azienda sanitaria di pubblicare un nuovo bando per l’affidamento della gestione, visto che il contratto scadrà il prossimo 30 settembre. Si tratta quindi di circa due o tre mesi in cui però gli attuali lavoratori, dipendenti della cooperativa, non potranno continuare a lavorare con il nuovo gestore.

 

Sono loro a chiedere chiarimenti in merito. «Crediamo che si tratti di una azione alquanto grave poiché abbiamo appreso dalla stampa l’interesse dell’Ircer di Recanati a rilevare la struttura della Rsa alla scadenza del contratto di appalto che Asur ha con la cooperativa. Noi siamo dipendenti con contratto a tempo indeterminato e ad oggi non abbiamo alcuna informazione e documentazione certa sul passaggio di gestione. Per questo esprimiamo tutto il nostro disagio e la nostra preoccupazione». I lavoratori della struttura sanitaria chiedono chiarezza e rispetto per le proprie vite e per la professionalità, «considerando anche che abbiamo lavorato e lavoriamo con dedizione pur non ricevendo lo stipendio dal mese di maggio».

I motivi

Sarebbe questo uno dei motivi per cui l’Ircer non potrà acquisire i dipendenti della cooperativa, pena il rischio di dover pagare anche le mensilità arretrate. Ma i lavoratori non ci stanno e chiedono di essere coinvolti nella decisione, tanto da scrivere una lettera proprio insieme agli ospiti della residenza. «Siamo certi e fiduciosi che si possa prendere la decisione con coscienza e responsabilità. Siamo sicuri che chi deciderà lo farà prendendo in considerazione l’acquisizione di tutto il personale già operante nella struttura». Secondo i lavoratori non sarebbe né logico né umanamente accettabile avvalersi di nuovo personale quando loro gli ospiti presenti nella residenza hanno già stabilito un rapporto amichevole. «I familiari e tutta la cittadinanza sostengono fortunatamente la correttezza e il rispetto in generale, ma in particolar modo lo pretendono da chi lavora in ambito sociale».

 

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Corriere Adriatico