Recanati, falso manoscritto di Leopardi La Procura presenta il conto

Recanati, falso manoscritto di Leopardi La Procura presenta il conto
RECANATI - Falso manoscritto dell'Infinito di Leopardi, la Procura chiude le indagini. Sono stati notificati gli avvisi di garanzia alle due persone indagate nell'ambito...

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RECANATI - Falso manoscritto dell'Infinito di Leopardi, la Procura chiude le indagini. Sono stati notificati gli avvisi di garanzia alle due persone indagate nell'ambito dell'inchiesta avviata dalla magistratura inquirente maceratese: il proprietario del manoscritto, Luciano Innocenzi, insegnante cingolano ormai in pensione, e il direttore degli istituti culturali di Cingoli, Luca Pernici, di 34 anni. Nei loro confronti la Procura ipotizza il reato di detenzione ai fini della messa in commercio del manoscritto dell'Infinito di Leopardi “asseritamente autografo risultato essere un calco o comunque un facsimile dell'originale” e di averlo posto all'asta alla Minerva Auctions di Roma al prezzo di 150 mila euro. Sia Innocenzi, difeso dall'avvocato Marco Cercaci di Jesi, sia Pernici, difeso dall'avvocato Giancarlo Nascimbeni, sin dall'inizio della vicenda avevano respinto ogni addebito. “Pernici - ha affermato il legale Nascimbeni - in passato ha già reso dichiarazioni ala nucleo dei carabinieri di Ancona che ha effettuato le indagini, motivo per cui abbiamo deciso di non richiedere, ora, l'interrogatorio”. L'avvocato di Pernici ha comunque depositato una memoria difensiva insieme alle controdeduzioni alla perizia effettuata su incarico del Tribunale.


Era stato il giudice per le indagini preliminari Domenico Potetti ad affidare l'incarico alla grafologa Maria Concetta Aquilino per stabilire l'autenticità o meno del documento e il perito, al termine degli accertamenti, aveva concluso che il manoscritto ritenuto inizialmente il terzo dell'Infinito leopardiano e che stava per essere battuto a 150 mila euro in realtà altro non sarebbe che una stampa realizzata con la matrice su torchio in piano e inchiostro tra il 1960 e 1970 e realizzata su una carta databile alla metà dell'Ottocento. Dunque, secondo quanto accertato dalla grafologa, si tratterebbe di una riproduzione di stampa risultata identica a un'altra riproduzione di stampa ritrovata a Recanati, generati entrambi dalla stessa matrice, che a sua volta sarebbe stata realizzata utilizzando una riproduzione dell'idillio riportato su delle cartoline trovate all'interno della biblioteca di Casa Leopardi. Entrambi gli indagati rigettano gli addebiti. Pernici ha sempre sostenuto che dopo aver trovato il manoscritto tra una serie di documenti conservati nell'archivio di Innocenzi, si era rivolto a diversi esperti per accertarne l'autenticità e tutti avrebbero proteso per quella versione dichiarandone l'autenticità. Leggi l'articolo completo su
Corriere Adriatico