Pioraco, si era sposato all'hospice Muore poco dopo le nozze

Piero Mancini con la moglie Emanuela Lancioni
PIORACO – Piero Mancini, il piorachese classe 1949 che agli inizi di dicembre dello scorso anno aveva preso in sposa la sua compagna di sempre, Emanuela Lancioni, classe...

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PIORACO – Piero Mancini, il piorachese classe 1949 che agli inizi di dicembre dello scorso anno aveva preso in sposa la sua compagna di sempre, Emanuela Lancioni, classe 1948, originaria di Corridonia, dichiarandogli amore eterno davanti all’equipe del dottor Sergio Giorgetti durante uno dei suoi ricoveri all’Hospice di San Severino Marche, non ce l’ha fatta.

Il suo fisico, fiaccato da una lunga degenza e dalla lotta contro un male incurabile, non è riuscito ad andare più avanti. Piero ce l’ha messa tutta fino all’ultimo. Era tornato a casa per il Natale ed era tornato a gioire per le vittorie della sua Juventus sentendo le partite alla radio perché la vista, pure quella, da un po’ di tempo aveva iniziato a tradirlo. Ha stretto la mano alla sua amata prima di chiudere gli occhi il signor Piero. Emanuela gli è stata accanto fino all’ultimo respiro, lo ha incoraggiato, accarezzato, gli ha sussurrato parole dolci. La guerra di Piero era iniziata tanto tempo fa. Lunghi ricoveri, cure insopportabili. Ma lui aveva sempre sperato e non si era mai lasciato andare. Piero, il guerriero, alla fine ha perso la sua guerra ma ha dato coraggio a molti. Sorrideva in corsia, sorrideva a casa, sorrideva durante le cure. I medici che lo hanno conosciuto, gli infermieri, la caposala, hanno fatto tutti sempre il tifo per lui. Ma ad inizio settimana, quando lo hanno visto di nuovo su quel letto, hanno capito che non c’era più nulla da fare. Di lui però oggi non rimane solo un caro ricordo. C’è quell’immagine che aiuterà tanti e tanti altri ancora a lottare, e a sperare. Quell’immagine di lui, e della sua Emanuela, che in una stanza d’ospedale si uniscono in matrimonio. Quell’immagine fatta di tanti piccoli significati: lo scambio degli anelli, il giuramento dell’amore eterno, la piccola festa organizzata al termine della cerimonia.

Una storia, la sua, che aveva commosso tutti. “Forza Piero” avevano gridato gli ex colleghi di lavoro del Convitto di Macerata dove per anni il signor Mancini è stato il “ragioniere”, un attento e insostituibile economo che sapeva far parlare i numeri. Piace a tutti ricordare ancora Piero che in una bella mattina di dicembre si alza da un letto d’ospedale, si passa la colonia migliore sulle guance appena sbarbate, si infilata la sua vestaglia da camera e, nello stesso reparto dove sta  cercando di curarsi, prende in sposa la sua Emanuela. Quel sogno d’amore, che si era finalmente realizzato per Piero ed Emanuela, continuerà ancora a dare una speranza a molti.  Leggi l'articolo completo su
Corriere Adriatico