Gli operatori balneari: «Mai i nostri ombrelloni sulle spiagge libere vicine. E' eticamente ingiusto»

La spiaggia di Civitanova
CIVITANOVA - Stabilimenti balneari, soddisfazione degli operatori per le nuove misure di distanziamento riguardanti gli ombrelloni. Per quanto riguarda la movida sulla sabbia,...

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CIVITANOVA - Stabilimenti balneari, soddisfazione degli operatori per le nuove misure di distanziamento riguardanti gli ombrelloni. Per quanto riguarda la movida sulla sabbia, invece, c’è rassegnazione: l’intrattenimento sarà diverso e limitato. Infine i concessionari rifiutano l’utilizzo delle spiagge libere: non le vogliono togliere ai bagnanti e non vogliono essere gli “sceriffi” di quei tratti. Questi gli umori raccolti a Civitanova. 

Aldo Ascani, art director Shada, parla del locale estivo più noto della città. «Fino a nuovo ordine, l’entertainment non esiste – dichiara – siamo stati i primi a chiudere, saremo gli ultimi ad aprire. Bisognerà aspettare il momento in cui si avrà la certezza che tutti potremo tornare a divertirci senza avere nessun timore. Allo Shada ci siamo reinventati. Sarà 100% beach e ristorante. Lo spazio del ballo ospiterà vere cene sotto le stelle in un salotto sul mare. Ogni notte avrà la sua esperienza musicale, chiaramente non danzante. Grazie alla nostra lunga esperienza, creeremo atmosfere di relax in un contesto nuovo. E ci stiamo anche impegnando nel rilancio della stagione estiva con una campagna promozionale con l’assessorato al turismo del Comune. Certo, abbiamo calcolato che perderemo il 70% del fatturato e ci saranno 100 posti di lavoro in meno. Ma ci è stata data la possibilità di provare a ripartire e noi la sfrutteremo».
Dalla voce delle notti sul litorale a quelle di chi affonda la propria esperienza in più generazioni: i veterani della spiaggia. Stefano Battistelli (Caribean) lancia il suo messaggio. «Sono contrario alla concessione di pezzi di spiaggia libera per metterci i nostri ombrelloni a pagamento – dice – non è giusto eticamente. Sono disposto ad occuparmi della pulizia, se serve, ad istallare 4 ombrelloni di sponsor dei fornitori mentre il servizio di salvamento già lo paghiamo noi. Però dico no a concessioni a scopo di lucro. Da quel che so, si è arrivati ad una soluzione più congrua per il distanziamento tra gli ombrelloni, anche se aspetto il nero su bianco. Quindi non vogliamo passare per gli speculatori che approfittano del momento per “rubare” spiaggia libera». Per le distanze, si parla ora di un ombrellone al centro di un’area di 12 mq. Dello stesso avviso, sul lungomare sud, Andrea Ruffini (Antonio). «Non possiamo essere gli sceriffi delle spiagge libere, noi dobbiamo controllare la spiaggia in concessione – dice – e poi io stesso da giovane andavo con gli amici sui tratti liberi. Un diritto che deve rimanere. Insieme, però, alle nostre stesse limitazioni. Io credo nell’autocontrollo dei bagnanti. Possono determinare l’area occupandola con teli e asciugamani. Di spazio ce n’è, basta usare anche quello più lontano dalla battigia. Mettendosi dietro. Nei tratti più problematici, quelli con tanti giovani, i vari enti possono mettere un responsabile al controllo. Che si ripaga con qualche multa». 

Infine Marco Scarpetta di Raphael Beach. «Ci siamo incontrati - scrive - con il comandante Gentilini della Guardia costiera per parlare dell’ordinanza di sicurezza balneare. Poi abbiamo parlato con l’assessore ai lavori pubblici Ermanno Carassai. Aziende private, associazioni, amministrazioni pubbliche e autorità stanno lavorando in un clima molto costruttivo. Con la fondamentale collaborazione di cittadini e bagnanti ci sarà una gran bella Civitanova per chi presto verrà al mare». Leggi l'articolo completo su
Corriere Adriatico