MACERATA - «No, no, non sono stato io, non sono stato a casa di Innocent, io a madame non ho fatto queste cose», dice in un italiano stentato il nigeriano Desmond...
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La sala scommesse è frequentata tutti i giorni da una trentina di immigrati nigeriani che puntano sui virtual game, cioè su corse finte di cani, auto e su partire di calcio virtuali.
«Veniva quasi tutti i giorni, era chiuso, silenzioso, spesso faceva videochiamate con la figlia appena nata» dice il gestore. Innocent è diventato padre ad aprile scorso di una bambina avuta con una 35enne maceratese, ma a entrambi è stata tolta la patria potestà e la bambina è stata collocata in comunità dove vive con la madre. Innocent Oseghale non l’ha praticamente quasi mai vista se non sul telefonino. Nell’abitazione di via Spalato, a Macerata, dove abitava Innocent, sono stati trovati gli abiti sporchi di sangue di Pamela e due testimoni hanno riferito di aver visto la ragazza con il nigeriano entrare nel vialetto che porta all’attico poco prima della morte, mente un tassista abusivo del Camerun ha riferito di aver accompagnato Innocent a buttare i due trolley a Casette Verdini. Leggi l'articolo completo su
Corriere Adriatico