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MACERATA - «Non capisco tutto questo allarme da parte dei sindaci. Sarebbe bastato fare una telefonata in Av3 per avere qualunque chiarimento e sapere che non c’è alcuna intenzione di smantellare il servizio di guardia medica nei cinque comuni ma direi in tutti i comuni della provincia». Daniela Corsi non ci sta e replica alle accuse delle amministrazioni comunali di Caldarola, Belforte del Chienti, Serrapetrona, Camporotondo di Fiastrone e Cessapalombo che hanno denunciato pubblicamente la volontà da parte dei dirigenti dell’Area vasta 3 di voler smantellare il servizio di guardia medica presente in quei territori. Un’affermazione, quella dei sindaci Luca Maria Giuseppetti, Alessio Vita, Silvia Pinzi, Massimiliano Micucci e Giuseppina Feliciotti, che viene seccamente smentita dalla direttrice di Av3 con dati alla mano.
«Premetto che attualmente queste sedi sono tutte coperte e non c’è alcuna criticità –ribadisce Daniela Corsi -.
«Chi ha sollevato questi problemi - continua Corsi - a mio avviso avrebbe dovuto chiedere un incontro con noi ed avremmo spiegato a tavolino quella che è la situazione su cui stiamo lavorando. Invece, più che risolvere il problema, si è cercato un clamore mediatico e ciò mi lascia molto perplessa. Stiamo lavorando con i medici per poter vedere come incastrare i turni, però non si è creato alcun disservizio visto che i turni di giugno sono regolarmente tutti coperti e su quelli di luglio stiamo intervenendo. Anche sulla questione che riguarda la pediatria di Porto Potenza Picena nessuno aveva dato indicazione che sarebbe cessato il servizio. È vero che ci sarà un pensionamento a breve ma già oggi un’altra dottoressa ci ha confermato di accettare l’incarico e quindi la situazione dell’organico resterà immutata. Da parte di Av3 quindi rassicuriamo i cittadini che il servizio sanitario non sarà diminuito o addirittura tolto. Pur nelle difficoltà sapremo rispondere alle esigenze del territorio come abbiamo sempre fatto, affrontando e risolvendo quelle criticità con cui dobbiamo fare i conti». Leggi l'articolo completo su
Corriere Adriatico