Finisce in coma dopo una bottigliata in testa alla pasticceria La Ternana, condanna bis per l'aggressore

L’avvocato Maurizio Vallasciani e Mauro Raschia, aggredito durante una rissa
CIVITANOVA - Bottigliata in testa nella rissa alla Ternana, in Appello confermati tre anni per l’aggressore per le lesioni, altri reati prescritti. La Corte di Appello di...

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CIVITANOVA - Bottigliata in testa nella rissa alla Ternana, in Appello confermati tre anni per l’aggressore per le lesioni, altri reati prescritti. La Corte di Appello di Ancona ha dunque condiviso le conclusioni del giudice del Tribunale di Macerata Andrea Belli che a ottobre 2022 aveva condannato l’imputato Daniele Saccia, di Giulianova, che nel corso di una violentissima rissa all’interno del bar pasticceria La Ternana avvenuta nel 2014 aveva colpito l’allora gestore Mauro Raschia, all’epoca 25enne, con una bottigliata alla testa facendolo finire in coma.

 

La Corte ha pertanto respinto il ricorso presentato dal legale dell’imputato, dichiarando la prescrizione di alcuni reati minori e confermando la pena di tre anni di reclusione per il reato di lesioni, già inflitta dal giudice di primo grado (la pena complessiva in primo grado prima che maturasse la prescrizione, fu di tre anni e nove mesi).  
Il fatto, accaduto il 25 giugno del 2014, aveva visto scoppiare un violento litigio all’interno del locale tra due gruppi di giovani per futili motivi: Raschia, che in quel momento era al bancone, era intervenuto per cercare di calmare gli animi quando l’imputato, con un gesto repentino, aveva afferrato due bottiglie e con una di esse si era scagliato contro Raschia, colpendolo violentemente alla testa.

Inizialmente finirono sotto accusa sei persone per la rissa, quattro avevano patteggiato all’udienza preliminare, un quinto coimputato aveva scelto il rito abbreviato, mentre Saccia aveva scelto di non chiedere riti alternativi e quindi di affrontare il processo con rito ordinario e il gup lo aveva rinviato a giudizio. Una volta uscita dal coma, la vittima ha avuto dei postumi per i quali dovrà perennemente assumere farmaci, «oltre all’amarezza – ha aggiunto il suo legale, l’avvocato Maurizio Vallasciani – di non essere riuscito ad ottenere il pagamento del danno patito per il quale è stata liquidata una provvisionale di 25.000 euro.

L’imputato non ha infatti adempiuto al proprio dovere risarcitorio. Abbiamo ottenuto il sequestro di un immobile del Saccia, ma i tempi sono ancora lunghi. Raschia, ha il solo conforto dell’attenzione posta dagli inquirenti prima e dai giudicanti poi al proprio caso; profonda gratitudine anche alla Corte di Appello che si è pronunciata in tempi brevissimi, scongiurando il rischio della prescrizione».

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Corriere Adriatico