Il sindaco lancia l'allarme "Il Colle dell'Infinito frana"

Il sindaco Francesco Fiordomo
RECANATI - L’ermo colle frana. E bisogna correre ai ripari. Altro che braccio di ferro sulla realizzazione della country house ai piedi della passeggiata leopardiana. Altro...

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RECANATI - L’ermo colle frana. E bisogna correre ai ripari. Altro che braccio di ferro sulla realizzazione della country house ai piedi della passeggiata leopardiana. Altro che mobilitazione di ministri, soprintendente, ambientalisti per bloccare il recupero del casolare, nonostante i pareri positivi di Tar e Consiglio di Stato. “Qui ci vuole un progetto del governo per tutelare la collina del poeta, un grande piano nazionale di consolidamento e recupero di un’area che in trent’anni ha subìto l’effetto di cedimenti e smottamenti vari che lentamente la stanno facendo scivolare a valle”.




Il sindaco di Recanati Francesco Fiordomo lancia un appello a Roma che al tempo stesso ha il sapore della sfida: “Invito Dario Franceschini a verificare di persona - ribadisce il primo cittadino - e a prendere atto di una situazione decisamente diversa da come è stata descritta in tutte queste settimane. Ma soprattutto lo invito a visitare i luoghi leopardiani che si è impegnato a difendere e che necessitano di lavori di consolidamento e recupero che solo con finanziamenti statali potranno essere realizzati”.



Così ecco che la vicenda del colle dell’Infinito assume contorni diversi, estende i suoi confini oltre la battaglia legale di una casa colonica da ristrutturare e va a toccare il delicato tasto di un patrimonio storico, artistico e culturale da difendere e proteggere. A tutti i costi. Specialmente se - come sottolinea una recente indagine - i panorami descritti dal poeta recanatese costituiscono un brand da 1,4 miliardi di euro: una reputazione economica che non ha rivali in Italia.



“Abbiamo ereditato una straordinaria ricchezza - sottolinea il sindaco Fiordomo - che però ci dobbiamo meritare. Così a chi si proclama difensore del paesaggio leopardiano dico: bene, difendiamolo davvero con un progetto importante di tutela e di recupero. Noi la nostra parte l’abbiamo fatta, per esempio nel 2012 quando con i proprietari della casa colonica al centro della diatriba abbiamo stipulato un accordo per scongiurare un aumento spropositato delle cubature, che era comunque fattibile secondo il Piano regolatore generale. Abbiamo difeso l’ermo colle così come ha voluto preservarlo la famiglia stessa, accettando tutte le prescrizioni che gli abbiamo imposto come amministrazione comunale. Un grande atto d’amore per i luoghi di Leopardi. Poi la Soprintendenza ha bloccato tutto a un passo dall’approvazione del piano di recupero in Consiglio. C’è stata la sentenza del Tar che ha dato ragione alla proprietà e recentemente lo ha fatto il Consiglio di Stato. Ma nonostante ciò la questione è ancora un caso apertissimo”.



Francesco Fiordomo lo ha sempre sottolineato: “La vicenda è stata mistificata ed ha valicato i confini regionali. Mi piacerebbe però che questa storia potesse essere in qualche modo il trampolino di lancio per Recanati, per far sì che il futuro del colle dell’Infinito e la sua tutela diventino una priorità per il governo nazionale”. I cedimenti registrati nel tempo non sono eccezionali. Piccole frane, movimenti quasi impercettibili ma costanti, che negli anni potrebbero mettere a serio rischio la staticità della collina proprio nel versante descritto dal poeta.



“La collaborazione in questo contesto è fondamentale. Inutile dividersi - ribadisce il sindaco di Recanati - se tutti abbiamo l’unico obiettivo di prenderci cura di questo prezioso tesoro che ci è stato tramandato. Sono pronto al confronto e alla collaborazione. Sono pronto a discutere il futuro di questi luoghi e di questa città: a tale scopo ho invitato il ministro Dario Franceschini a visitare Recanati, a verificare di persona cosa sta accadendo e di cosa stiamo parlando. E’ meglio vedere lentamente precipitare nel degrado una casa colonica a due passi dalla passeggiata leopardiana oppure recuperarla senza alcun impatto ambientale? Vogliamo che venga abbandonata al suo destino come Palazzo Antici, un edificio storico, meraviglioso, che si sta lentamente trasformando in rudere...” Leggi l'articolo completo su
Corriere Adriatico