«Caffè» e infila banconote da 50 euro nei documenti per corrompere i carabinieri: imprenditore cinese a giudizio

«Caffè» e infila banconote da 50 euro nei documenti per corrompere i carabinieri: imprenditore cinese a giudizio
MACERATA - I carabinieri entrano nell’azienda per dei controlli anti-Covid, il titolare cerca di corromperli con delle banconote da 50 euro infilate nei documenti dei...

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MACERATA - I carabinieri entrano nell’azienda per dei controlli anti-Covid, il titolare cerca di corromperli con delle banconote da 50 euro infilate nei documenti dei dipendenti: «Caffè! Caffè!». Il caffè non c’è stato, il titolare invece è finito a giudizio per istigazione alla corruzione.

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La vicenda è finita ieri all’attenzione del Gup Claudio Bonifazi e del pm Rosanna Buccini. Il fatto è avvenuto il 17 agosto del 2021 a Civitanova, quel giorno i carabinieri del Nucleo ispettorato del lavoro si erano recati in un opificio di Civitanova per controllare il rispetto delle normative anticontagio. Sul posto era presente anche il comandante del Nucleo, il maresciallo Martino Di Biase, a lui e a un collega il titolare della ditta, un cinese di 42 anni, aveva consegnato i documenti dei dipendenti, ma tra una carta di identità e l’altra aveva infilato anche alcune banconote da 50 euro. I militari quando hanno aperto i documenti hanno preso i soldi e li hanno consegnati al titolare che li aveva messi in tasca. Ma solo per poco. Dopo un po’ infatti, il 42enne, per evitare di incorrere in eventuali sanzioni, aveva ripreso le banconote e aveva provato a consegnarle ai carabinieri dicendo: «Caffè! Caffè!». A quel punto i militari hanno proseguito gli accertamenti e segnalato il fatto alla Procura. Per il cinese è quindi scattata una denuncia per istigazione alla corruzione. Ieri il Gup lo ha rinviato a giudizio, il processo si aprirà il 12 dicembre del 2023. L’imputato è difeso dall’avvocato Laura Baldassarrini.

 

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Corriere Adriatico