Sprofonda una parte del marciapiede: allarme frana nell'area Sae per gli studenti

Sprofonda una parte del marciapiede: allarme frana nell'area Sae per gli studenti
CAMERINO - Ha ceduto una parte del marciapiede che circonda il campo container “Camerino 2” degli studenti Unicam in località Luiano. Si nota che in parte il...

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CAMERINO - Ha ceduto una parte del marciapiede che circonda il campo container “Camerino 2” degli studenti Unicam in località Luiano. Si nota che in parte il piano calpestabile del marciapiede è sprofondato nel terreno per alcuni centimetri nella parte esterna, a causa del cedimento del fondo sottostante per una frana preesistente.

 

È accaduto all’ingresso del campo container, dove il marciapiede realizzato su terre armate è sprofondato leggermente in una sua parte, per alcuni metri. La zona è stata delimitata con transenne metalliche, in modo da evitare il transito pedonale. 

La segnalazione 

A segnalare l’accaduto è l’architetto Susanna Catalano, consulente di Fabio Fabiani, proprietario dei terreni su cui sorge il campo container da 250 posti letto, che sono stati espropriati con procedura di emergenza per realizzare le strutture provvisorie destinate agli studenti universitari. Ricorda l’architetto Catalano: «Nell’agosto 2017, l’allora amministrazione comunale scelse l’area a valle della strada provinciale 256 denominata area Sae 13 – Camerino 2, per l’allestimento del campo container per 250 studenti Unicam. Su tale area è nota la presenza di una frana attiva come documentato anche dallo studio di microzonazione sismica, commissionato nel 2014 dalla stessa amministrazione e pubblicato sul sito del Comune nel luglio 2017 (frana n. 3012). Nonostante tale indicazione, l’amministrazione scelse comunque di allestire su quest’area il campo container, preventivando un importo dei lavori per circa tre milioni di euro, 2 milioni e 370 mila euro per il campo container e 640 mila per il percorso pedonale, un lungo marciapiede». L’architetto si chiede con quali fondi sarà ripristinata la situazione: «Di recente, nonostante le palificazioni, i drenaggi e le terre armate, la frana è ricomparsa, rovinando e rendendo inagibile una parte delle costose opere volute dagli amministratori dell’epoca. Nell’eventualità di dover riparare il dissesto, saranno utilizzati i soldi pubblici oppure i soldi personali degli amministratori che a suo tempo, nonostante la frana, scelsero quest’area?». Sugli espropri dei terreni Fabiani ha presentato ricorso al Tar ed è tuttora aperto un contenzioso amministrativo.

 

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Corriere Adriatico