Un italiano e tre nordafricani nella spedizione punitiva con mattanza al bar: caccia al quarto uomo

Porto Sant'Elpidio, un italiano e tre nordafricani nella spedizione punitiva con mattanza al bar: caccia al quarto uomo
FERMO - E’ caccia al quarto uomo per la mattanza nella notte di terrore al Bar Blasco di Porto Sant’Elpidio, quando la sera del sei dicembre scorso scoppio una...

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FERMO - E’ caccia al quarto uomo per la mattanza nella notte di terrore al Bar Blasco di Porto Sant’Elpidio, quando la sera del sei dicembre scorso scoppio una spedizione punitiva con una serie di accoltellamenti. Le indagini lampo della questura hanno portato a individuare i presunti responsabili. Il Gip del Tribunale di Fermo ha accolto le richieste della Procura ed emesso quattro ordinanze di custodia cautelare in carcere, mentre proseguono, incessanti, le ricerche del quarto uomo.


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Nei guai sono così finiti un italiano e tre nordafricani, tutti senza fissa dimora e con numerosi precedenti penali, che si ritrovano nell’area di Lido Tre Archi e bivaccano in alloggi di fortuna. I reati a loro contestati sono quelli di violenza privata, lesioni personali aggravate in concorso, porto abusivo di armi, danneggiamento aggravato. Due di loro erano già stati arrestati dalla Squadra Mobile il 27 novembre scorso, quando aggredirono due poliziotti che li stavano controllando. Da allora, i due erano stati sottoposti alla misura cautelare dell’obbligo di dimora nel comune di Fermo, ma noncuranti della prescrizione, non solo continuavano a delinquere, ma violavano la misura varcando il confine con Porto Sant’Elpidio, anche per commettere i reati al Bar Blasco. Qualche giorno dopo l’episodio dell’aggressione, il Tribunale aggravava la misura in atto, disponendo la loro custodia in carcere. Entrambi, difesi dall’avvocato Simone Matraxia, proprio ieri mattina, sono stati condannati, uno in contumacia, a un anno e otto mesi di reclusione, con la remissione in libertà. Una libertà che è durata poche ore. Proseguono, intanto, le ricerche del quarto uomo. Leggi l'articolo completo su
Corriere Adriatico