Nuovi esami su video, intercettazioni e testimonianze per dimostrare che Roberto Straccia fu ucciso

Moresco, nuovi esami su video e testimonianze per dimostrare che Roberto Straccia fu ucciso
MORESCO - Una sola parola, sempre la stessa che chiedono da 8 anni: verità. I familiari di Roberto Straccia non si sono mai rassegnati all’ipotesi di suicidio del...

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MORESCO - Una sola parola, sempre la stessa che chiedono da 8 anni: verità. I familiari di Roberto Straccia non si sono mai rassegnati all’ipotesi di suicidio del 24enne di Moresco, scomparso a Pescara, dove studiava, il 14 dicembre del 2011, e ritrovato cadavere un mese dopo sulla costa di Bari.

Ora, però, l’ipotesi che la famiglia Straccia e il legale Marilena Mecchi sostengono da anni, quella di un omicidio per un tragico scambio di persona, trova conferme importanti. Chi l’ha visto, mercoledì sera, è tornato ad occuparsi del caso Straccia, mostrando spezzoni di un interrogatorio della scorsa estate ad un detenuto a Lanciano, ex affiliato ad una cosca della ndrangheta calabrese.

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Come abbiamo anticipato ieri in Regione, l’uomo, che nell’ambiente era conosciuto come Roberto di Pescara, rivela di essere stato messo alle strette, all’epoca in cui Straccia scomparve, da un malavitoso del Foggiano. Temeva che dei sicari lo volessero uccidere. Ha caratteristiche fisiche simili a quelle del 24enne di Moresco. L’ipotesi che il povero studente sia stato scambiato per qualcun altro e vittima di un’esecuzione non è campata in aria. Il programma Rai di Federica Sciarelli ha ripercorso anche le altre incongruenze. Un’intercettazione telefonica in cui due detenuti facevano riferimento alla morte di Roberto prima ancora che il suo corpo fosse ritrovato; i tabulati telefonici che evidenziano numerose telefonate dalla provincia di Foggia a Pescara nel giorno della scomparsa del 24enne. Le riprese video di quel 14 dicembre delle strade in cui Roberto passò per fare footing. Si vede un’auto, una Lancia Musa, frenare all’improvviso e due persone scendere ed attraversare la strada, camminando a piedi, seguendo la stessa direzione in cui correva lo studente. Basterà a far svoltare il caso, sul quale la Procura di Pescara, per la quinta volta, ha richiesto l’archiviazione, dopo che la Cassazione, un anno fa, aveva annullato quella precedente?
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Corriere Adriatico