OFFERTA SPECIALE
OFFERTA SPECIALE
Tutto il sito - Mese
6,99€ 1 € al mese x 12 mesi
oppure
1€ al mese per 3 mesi
Tutto il sito - Anno
79,99€ 9,99 € per 1 anno
MONTEFALCONE APPENINO - Il suo sorriso che arriva subito. Sempre. Ha il profumo della gentilezza, dell’accoglienza, dell’umiltà. Lo sguardo vivace che nasconde un pizzico di timidezza ma che rivela l’attenzione verso l’altro, la capacità di ascolto, l’empatia. Quella sensibilità delicata verso la vita e chi ha di fronte.
Qualità umane ma soprattutto doni divini che Francesco Capriotti, 36 anni, montefalconese, ha voluto mettere a servizio dell’annuncio e della pratica della parola di Dio. E’ stato ordinato diacono dall’arcivescovo Rocco Pennacchio, che ha sottolineato come «il primo comandamento sia l’ascolto, non solo delle sacre scritture ma del prossimo e delle sue difficoltà.
In prima fila i familiari, nonno Roberto, papà Camillo, mamma Antonietta, la sorella Eleonora, psicologa. Presenti i sindaci di Montefalcone Giorgio Grifonelli e di Smerillo Antonio Vallesi. Cerimonia accompagnata dalla corale dell’Acr di Amandola, parrocchia dove Francesco ha trascorso un periodo di servizio. Il primo passo, l’ordinazione diaconale, che precede quella presbiterale che avverrà non prima di sei mesi, probabilmente verso l’estate del prossimo anno, quando Francesco sarà un nuovo sacerdote, il primo religioso ordinato, originario del territorio dei Sibillini, dopo circa 35 anni.
«Un orgoglio e un evento storico per Montefalcone e il territorio, auguriamo tanto bene a Francesco, caro a tutta la comunità», sottolinea Grifonelli. Un percorso lungo, meditato e complesso, quello che ha portato Francesco alla scelta dell’apostolato sacerdotale. Una vocazione nata da un processo lento, verso la fine della sua laurea in Letterature Antiche. «E’ stato un periodo di blocco emotivo-esistenziale – ripensa – sicuramente di passaggio e maturazione. Ti rendi conto della propria povera realtà. Cercavo Dio attraverso un animo confuso e inquieto e poi piano piano ho percepito il Signore più a fondo».
Quindi l’entrata in seminario. Fondamentale la frequenza con il compianto ex parroco don Marco Rubiu. «Si vedeva e si percepiva la sua vicinanza con Dio e la presenza di Dio in lui», ricorda Francesco. Ora la partenza di un cammino importante e impegnativo. «Non voglio essere io – riflette Francesco - a decidere il mio futuro. Ma voglio accogliere quotidianamente quello che Dio mi indica. Non vado ad insegnare la vita agli altri, ma ad accompagnarli a fare l’incontro con Dio».
Leggi l'articolo completo su
Corriere Adriatico