Prezzi triplicati, viaggio-odissea: quanto è lontano l’Obuv Mosca. Ma i calzaturieri non mollano: «Non lasciamo la Russia»

Prezzi triplicati, viaggio-odissea: quanto è lontano l’Obuv Mosca. Ma i calzaturieri non mollano: «Non lasciamo la Russia»
FERMO -  Prezzi di voli e hotel triplicati e un viaggio che per alcuni si è trasformato in un’odissea. Ma il motto “Non lasceremo mai la Russia”...

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FERMO -  Prezzi di voli e hotel triplicati e un viaggio che per alcuni si è trasformato in un’odissea. Ma il motto “Non lasceremo mai la Russia” è più forte. Da oggi fino a venerdì circa 70 marchi italiani (su un centinaio di espositori complessivi), gran parte provenienti dalle Marche, saranno presenti al salone Obuv Mir Kozhi, in programma all’Expocentre di Mosca. 

 


Le adesioni 


Un numero raddoppiato rispetto alla scorsa edizione che si è svolta dal 26 al 29 aprile. Una edizione contraddistinta dalle polemiche suscitate dalla partecipazione di imprenditori italiani in Russia, in un clima politico poco amichevole tra sanzioni commerciali e guerra. Come hanno precisato gli imprenditori, nessuna sanzione è stata mai violata, visto che un paio di scarpe costa meno di 300 euro e quindi al di sotto della soglia decisa dall’Europa nella sanzione che vieta l’esportazione di beni a Mosca. Oggi, se ci atteniamo ai fatti, la situazione è pure peggiore con le incombenti minacce nucleari e le sanzioni commerciali che sono cresciute. Ma il mercato russo è troppo importante per essere abbandonato.


I prezzi 
Alcuni imprenditori di Montegranaro sono atterrati domenica a Belgrado in ritardo e hanno perso il volo che li avrebbe portati a Mosca. Così hanno dormito nella capitale serba per poi partire (ieri lunedì) alla volta di Istanbul e arrivare in nottata a Mosca. Marino Fabiani è partito domenica da Roma alle 6 e alle 19 era a Mosca dopo lo scalo a Istanbul. «L’ingresso nella capitale russa è stato molto più tranquillo rispetto ad aprile dove c’erano stati molti più controlli in dogana» afferma l’imprenditore calzaturiero che però segnala: «Per ogni bene o servizio, il prezzo è più che triplicato, a cominciare dal costo dei voli fino a quello dell’hotel». Quanto alle prospettive Marino Fabiani è fiducioso, nonostante verranno esposte le calzature destinate alla stagione estiva che è quella meno forte. «Ma c’è grande incertezza - commenta Fabiani - per cui c’è il rischio che i compratori possano chiudere i portafogli per gli acquisti e decidere di comprare all’ultimo momento in base alla situazione». 


Il mercato 
Anche Gianfranco Butteri, altro espositore a Mosca con il marchio omonimo e con Lab Milano, è ottimista: «Alcuni clienti importanti ci hanno chiesto di essere presenti. Certo, la situazione non è delle più semplici per le ragioni che conosciamo. Ricevere e inviare danaro è complicato e i controlli sono ancora più rigidi. Ma nonostante questi venti contrari cerchiamo di fare del nostro meglio. Dopo 25 anni, non è così semplice diversificare e trovare altri mercati. E non è nemmeno così immediato. Ci vuole tempo. E in questa situazione non ne abbiamo. Speriamo che la situazione possa tornare come era 5-6 anni fa - prosegue Butteri - così potremo tornare ad essere protagonisti come lo eravamo in passato. Nonostante tutto ci crediamo. D’altronde al di là dei top brand italiani che hanno lasciato Mosca, il paese è imperniato sulla moda made in Italy. A Mosca c’è molta moda italiana e tutto ciò non può finire in un attimo». 


Le previsioni 


Nessuno si sbilancia sulle prospettive per questo salone, importantissimo per le aziende Russia-oriented. «È veramente difficile fare delle previsioni» esordisce Fabrizio Grassi del marchio Aldo Bruè. «Fino a due settimane fa c’era ottimismo. Le risposte del mercato erano state positive. Ma da quando è stato deciso il richiamo alle armi qualcosa sembra essere cambiato. C’è maggiore preoccupazione tra la gente e questo non contribuisce alle vendite della collezione per la prossima stagione estiva» conclude Grassi.

 

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Corriere Adriatico