Prende vita l’autostrada del futuro: «Stop al caos, serve la svolta green»

Prende vita l’autostrada del futuro: «Stop al caos, serve la svolta green»
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FERMO  - Sarà quello appena iniziato l’anno che porterà a una visione unitaria del problema autostrada A14? Sarà il tempo a dirlo, ma intanto proseguono le discussioni e gli interventi in merito all’arretramento o meno del tracciato autostradale.

 

«I tempi sono maturi – commenta il presidente della Fondazione San Giacomo della Marca Massimo Valentini – per una progettazione unitaria che contempli tanto l’arretramento dell’autostrada, quanto quello della ferrovia». L’aspetto ambientale, e più in generale quello della sostenibilità, è stato sempre al centro della proposta fatta nelle scorse settimane dalla Fondazione San Giacomo della Marca. Un’idea di cui si è parlato anche poco meno di un mese fa nel convegno organizzato in teatro a Porto San Giorgio.

«La preoccupazione ambientale – spiega Massimo Valentini – è al centro della nostra proposta, che si basa sulla sostenibilità». Da un lato per la costa, con il traffico che si concentra tutto sulla viabilità delle città di mare, e dall’altro per l’interno, che non ha importanti infrastrutture. «Un arretramento – osserva ancora Valentini – da un lato permetterebbe anche un miglior ambiente lungo la costa, dall’altro un casello arretrato sarebbe di sostegno anche alle città dell’interno».

Secondo il presidente della Fondazione San Giacomo della Marca «la nuova viabilità autostradale passerebbe nelle zone attigue a quelle industriali, i passaggi nelle zone collinari sarebbero con gallerie, e quindi il paesaggio non avrebbe problemi. Le problematiche ambientali ci stanno a cuore, ma il primo passo da fare, ora è una progettazione». I soldi ci sarebbero per pensare a progetti, e bisognerebbe ricordarsi anche della ferrovia. «Arretrare anche questa – sostiene ancora Valentini – se non ci si pensa, poi si rischia di ritrovarci con le barriere nelle città e a essere deturpato sarebbe anche il paesaggio marino. Ripeto però che le proposte vanno analizzate in base alle richieste unitarie del territorio. Tra l’altro, a sud di Pedaso è impensabile una terza corsia e lì sì che si dovrà parlare di arretramento»

Sul tema spunta anche la proposta dell’architetto Claudio Mecozzi. «Ostacoli alla fattibilità tecnica dell’arretramento non ce ne sarebbero – scrive in una nota - l’esperienza però insegna che le trasformazioni del territorio contro natura si pagano sempre a caro prezzo, in termini di manutenibilità e durabilità. Bisogna fare attenzione e ponderare bene le diverse istanze per non avere ostacoli paesaggistici». Per Mecozzi non è possibile pensare di costruire strade come si è fatto fino a ora. «Per essere chiari – prosegue – non si può procedere a testa bassa con viadotti e gallerie. Alla lunga sarebbe più un danno che un beneficio. Le importanti potenzialità economiche che si esprimono nel settore turistico verrebbero danneggiate: il paesaggio sarebbe devastato, e si perderebbe la bellezza tipica della campagna marchigiana».
L’alternativa


Meglio una strada Mezzina, che, se costruita sulle tracce della viabilità già presente, scrive l’architetto «valorizzerebbe le città storiche, partendo da Fermo e toccando Petritoli, Monterubbiano, Lapedona, Offida, Ripatransone, Montefiore dell’Aso. Si collegherebbe a nord con la Foligno-Civitanova e a sud con l’Ascoli-Mare e quindi la Salaria». Valutando il tracciato migliore e individuandolo nella viabilità esistente, e che, precisa ancora Mecozzi, «si adatti al territorio. Una strada green quindi, e in alternativa alla terza corsia».

 

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Corriere Adriatico