Nuovo ospedale di Fermo, altri 11 milioni e ok ai parcheggi. E al vecchio Murri arriva anche la Cardiotac

Nuovo ospedale di Fermo, altri 11 milioni e ok ai parcheggi. E al vecchio Murri arriva anche la Cardiotac
FERMO - Posti letto e reparti fanno litigare la politica ma intanto l’ospedale va avanti. Si muove quello nuovo, a San Claudio di Campiglione, e si attrezza meglio il...

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FERMO - Posti letto e reparti fanno litigare la politica ma intanto l’ospedale va avanti. Si muove quello nuovo, a San Claudio di Campiglione, e si attrezza meglio il vecchio Murri. Partendo dal primo, compiuti due passi avanti decisivi con l’ok all’ultima variante e il disco verde all’acquisto di un terreno, concluso in queste ore, destinato all’ampliamento verso est: servirà a risolvere la questione dei parcheggi. Nel progetto iniziale erano collocati in un’area in cui sono poi stati rinvenuti reperti di epoca romana.

 

L’intesa

«Con la firma del rogito notarile - ricorda l’assessore regionale Francesco Baldelli - abbiamo dato seguito all’accordo di programma sottoscritto tra Regione, Provincia e Comune che ha previsto l’acquisto di un’area di circa tre ettari, per un importo complessivo di circa 600mila euro». L’altro passo avanti è relativo alla perizia di variante per un valore complessivo di quasi 11 milioni che rientra nel programma di riorganizzazione del progetto. Una riorganizzazione, come fa sapere la Regione, necessaria non solo per l’adeguamento alle nuove esigenze di carattere distributivo-funzionali e igienico-sanitarie imposte dal Covid, ma anche per altri motivi, tra cui la necessità di adempiere a quanto richiesto dai nuovi manuali di accreditamento delle strutture sanitarie e l’introduzione di una serie di miglioramenti attinenti sia le opere civili che quelle impiantistiche. «La giunta Acquaroli - dice sempre Baldelli - dal suo insediamento ha stanziato 38,4 milioni per garantire il completamento della struttura, comprese le varianti, aumentando gli stanziamenti iniziali di circa il 40%». In sostanza siamo a circa il 70% della fase di avanzamento dei lavori. Ma non si tratta dell’unica novità sul fronte sanitario. Da lunedì prossimo partirà, con l’aggiornamento del personale di Radiodiagnostica, l’attività del nuovo sistema per Tomografia computerizzata (Tc) Ge Healthcare modello Revolution Ct, la cui installazione è in fase di completamento al Murri. La nuova Cardiotac sarà pienamente operativa da inizio 2023. Si tratta di un sistema di ultima generazione capace di studiare l’intero volume del cuore nel tempo di un singolo battito cardiaco.
I particolari
La tecnologia “dual energy”, spiegano i tecnici, analizza la composizione chimica dei tessuti corporei, ad esempio dei calcoli renali e delle calcificazioni periarticolari, ed evidenzia in maniera elettiva l’edema spongioso osseo. «La nuova Tc – sottolinea il direttore del reparto, Gianluca Valeri - permette applicazioni avanzate in ambito cardiologico, vascolare, polmonare, oncologico, neurologico ed addominale effettuando lo studio completo di tutti i distretti corporei. Gli esami si eseguono con una drastica riduzione di raggi X erogati e del mezzo di contrasto somministrato ai pazienti; si effettuano studi anatomici rapidi avvicinando la diagnostica per immagini allo studio della funzione degli organi, non solo della morfologia degli stessi». La continuità dell’attività diagnostica è stata garantita, durante il periodo di sostituzione della precedente Tac, da un sistema installato all’interno di appositi moduli, posizionati nell’area sottostante l’accesso principale al Murri.
Le possibilità


«Con il nuovo macchinario compiamo un altro step nel potenziamento delle attrezzature a disposizione del nostro ospedale – commenta il subcommissario dell’Area vasta 4 Roberto Grinta –. Ringrazio tutto il personale della Radiodiagnostica, la direzione medica di presidio, l’ufficio tecnico per il prezioso lavoro svolto, con il direttore Alberto Franca e l’ing. Rocco Tirabasso, l’ing. Elisa Bitti per l’ingegneria clinica della nostra Area vasta, il dirigente Asur per le professioni tecnico diagnostiche Massimo Mazzieri ed il dirigente delle professioni sanitarie Renato Rocchi». Leggi l'articolo completo su
Corriere Adriatico