Fermo, ora le seconde case diventano una palla al piede

Fermo, ora le seconde case diventano una palla al piede
FERMO - Tasse, spese di manutenzione e un affitto che non arriva più. La seconda casa da fonte di reddito a fonte di preoccupazione. Un problema che coinvolge anche i Comuni...

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FERMO - Tasse, spese di manutenzione e un affitto che non arriva più. La seconda casa da fonte di reddito a fonte di preoccupazione. Un problema che coinvolge anche i Comuni quando restano inutilizzate e trascurate. In Italia, il problema è circoscritto alle località di vacanza mentre nel Fermano il boom (erang) delle seconde case è a Fermo città. E' proprio il capoluogo di provincia, infatti, ad avere la maggior percentuale di seconde e terze case rispetto agli edifici segnalati come abitazione principale.




Infatti, le unità immobiliari di tipo abitativo che non sono classificate come abitazione principale sono 9.737 a fronte di 12.800 prime case. Una percentuale molto alta (43,2%) e di gran lunga superiore alla media nazionale (22,7%). Il dato comprende anche le unità immobiliari di Lido di Fermo e Casabianca ma è evidente che molte seconde case si trovano anche nel centro abitato e probabilmente nel centro storico, anche per una ragione di età.



Un edificio costruito molti anni fa è ormai passato di mano in mano per poi finire nelle disponibilità di soggetti non residenti. E' anche per questo che Porto San Giorgio ha 4.255 non prime case, chiamiamole così, mentre il più giovane Porto Sant'Elpidio, appena 2.250. In Italia, così come nel Fermano, la seconda casa sta cominciando a diventare un problema, soprattutto nelle località turistiche.



Il periodo di vacanza è diventato sempre più breve e quindi le abitazioni che prima venivano regolarmente affittate ai turisti, d'estate nei centri balneari e d'inverno nelle località sciistiche, ora rimangono sfitte. Ciò provoca una riduzione delle entrate nelle tasche del proprietario che invece devono regolarmente aprirsi per poter far fronte alle tasse, in continuo aumento. Le entrate sono sempre più incerte (e spesso non arrivano) mentre le tasse, si sa, sono puntuali.



Il proprietario che non è in grado di sostenere i continui esborsi di denaro è costretto a disfarsi della proprietà. Ed ecco perché, anche a Porto San Giorgio, si cominciano a moltiplicare i cartelli "vendesi", magari su immobili che vengono trascurati, riducendo la reputazione del luogo. Così una questione che sembra esclusivamente di natura privata, diventa pubblica. Leggi l'articolo completo su
Corriere Adriatico