Tre milioni di euro e le linee guida per un uso sostenibile delle barriere sommerse. Non una scommessa, ma una opportunità che potrà essere sviluppata grazie al...
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Dai proclami all’azione il passo è breve. Per mettere a fuoco le soluzioni ottimali per l’uso di queste barriere sommerse, utili al rafforzamento e al consolidamento della Blue economy marchigiana e, più in generale, adriatica, giovedì prossimo all’Accademia di Babele ad Ancona, un incontro promosso da Consiglio Nazionale delle Ricerche (Cnr) - Istituto per le Risorse Biologiche e le Biotecnologie Marine (Irbim) avrà lo scopo di mettere a confronto i rappresentanti del mondo scientifico e degli Enti Locali. Si tratterà di una grande opportunità di crescita economica e sociale in grado di favorire l’incremento e la diversificazione dell’offerta turistica e l’implementazione di settori come l’acquacultura e la pesca con attrezzi da posta. Nel progetto è coinvolta tutta la fascia costiera marchigiana, basti pensare che solo le barriere artificiali coprono gran parte della costa: Castel di Mezzo-Monte Castellano, Senigallia, Falconara, Portonovo (sono due), Porto Recanati, Porto Recanati - Porto Potenza, Pedaso - Cupra marittima. In pratica tutte le Marche.
E giovedì, dalle 9,30 in largo Fiera della Pesca, si partirà da un assunto: mappando e monitorando le barriere adriatiche (i reef) e coinvolgendo gli stakeholder, il progetto elaborerà linee guida e codici di condotta adeguati per lo sviluppo di nuove idee imprenditoriali in grado di valorizzare l’ecosistema Adriatico senza pregiudicarne la sopravvivenza. Morale: la Blue economy rappresenta una opportunità di crescita ancora da implementare ed è sinonimo di sviluppo sostenibile. Ancora di più con le possibilità socio-economiche offerte dall’Europa, attraverso finanziamenti e occasioni di sviluppo. Leggi l'articolo completo su
Corriere Adriatico