L’Agenzia delle Entrate accende i riflettori sui conti correnti: dall’inizio di settembre, secondo quanto riferisce il quotidiano ItaliaOggi, sarebbero in aumento le...
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In virtù dell’inversione dell’onere della prova è infatti il contribuente a dover dimostrare la riconducibilità dei versamenti a redditi dichiarati (e quindi tassati) o ad entrate legittimamente non tassate, e deve anche indicare i beneficiari e la destinazione dei prelievi stessi. La criticità, che sta creando un po’ di confusione, è infatti legata a quei conti correnti che sono cointestati o che prevedono una delega a operare, in quei casi dunque in cui il contribuente è solo il legale rappresentante (come ad esempio nel caso di un’associazione).
L’Agenzia delle Entrate contatta il contribuente, gli dà un appuntamento con un funzionario e gli chiede di giustificare determinati movimenti finanziari: la prassi è quasi sempre la stessa, comunicata dal fisco ai singoli uffici. Le indagini sono volte ad intercettare quelle operazioni di accredito individuabili come ricavi non tassati o non fatturati. Ognuno ha non meno di 15 giorni di tempo per dare una risposta. Leggi l'articolo completo su
Corriere Adriatico