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«Il contratto è stato risolto, mercoledì 13 è stato l'ultimo giorno della docente». È una comunicazione telegrafica della dirigente Lorella Zauli a mettere fine al mese di polemiche che ha visto nell'occhio del ciclone la scuola elementare Giovanni XXIII di Treviso. Sabrina Pattarello, l'insegnante assunta con contratto speciale anti-Covid ribattezzata maestra no mask per la sua condotta dissenziente nei confronti dei Dpcm, è stata sollevata dall'incarico.
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Il ministero si è pronunciato dopo l'apertura del procedimento disciplinare: chi non indossa correttamente i presidi e fa disinformazione tra i banchi non può sedere in cattedra. Volge così al termine la vicenda che ha visto Treviso al centro dei riflettori della cronaca: la sollevazione di genitori e insegnanti ha avuto l'esito sperato. Sabrina Pattarello ieri è passata in istituto a ritirare i suoi effetti personali, ma non rientrerà in aula. Al netto di un ricorso che quasi certamente verrà intentato dalla docente.
LA VICENDA
È il 14 dicembre quando scoppia il caso Treviso.
IL SINDACO
Ma i rappresentanti di classe e d'istituto, dopo aver captato dai propri commenti sul comportamento della donna in palese contraddizione con quanto predicato dal marzo 2020, decidono di andare fino in fondo interessando anche il sindaco. Nello stesso giorno il sindaco Mario Conte si presenta a scuola con gli agenti della polizia locale. Ma dall'indagine non risultano irregolarità: la maestra indossa la doppia mascherina e così i bambini. Il caso però era ormai scoppiato. Lo stesso giorno il Prefetto Maria Rosaria Laganà si confronta con la preside e con il Provveditore Barbara Sardella sull'opportunità di aprire un procedimento disciplinare nei confronti della docente. Colpevolisti ed innocentisti si dividono, mentre la diretta interessata sceglie di non intervenire nella vicenda e si mette in malattia. Arrivano le vacanze di Natale e con esse la sospensione dalle lezioni.
Ma l'11 gennaio, la docente è a sorpresa sul posto di lavoro. La notizia fa riesplodere la polemica tra le famiglie: i genitori arrivano davanti ai cancelli alle 13 con l'intenzione di ritirare i propri figli prima della fine dell'orario prestabilito. A quanto risulta tuttavia la docente è stata spostata a mansioni di supporto in attesa di una risposta dal Ministero. «Ci sono tempi tecnici da rispettare» ribadisce il prefetto Maria Rosaria Laganà. Ieri infine il Ministero scioglie gli imbarazzi. Pattarello nel frattempo ha chiesto il supporto di Comicost, associazione già intervenuta in casi di provvedimenti disciplinari per il mancato rispetto delle ordinanze anticovid. «Confermiamo che la signora si è rivolta a Comicost e che stiamo offrendo la nostra consulenza in un momento non facile della sua vicenda professionale e privata», spiega Maurizio Giordano, uno degli avvocati del team che coordina Comicost.
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