Covid, il virologo Silvestri: «L'emergenza pandemica è finita in tutto l'occidente»

Probabile uno scenario con vaccinazione annuale ad inizio autunno

Covid, il virologo Silvestri: «L'emergenza pandemica è finita in tutto l'occidente»
Guido Silvestri, patologo, immunologo e virologo, professor & chair presso Emory University di Atlanta, pensa che «la pandemia come emergenza sanitaria in grado di...

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Guido Silvestri, patologo, immunologo e virologo, professor & chair presso Emory University di Atlanta, pensa che «la pandemia come emergenza sanitaria in grado di travolgere i servizi sanitari sia ormai finita nei Paesi occidentali e ovunque ci siano percentuali di vaccinati sufficientemente alte, diciamo oltre il 90% della popolazione adulta» dice in un'intervista a 'Il Fatto Quotidianò.

 

«Lo scenario più probabile è che Covid diventi una malattia respiratoria endemica dal tipico andamento stagionale, con recrudescenza nel tardo autunno e soprattutto inverno - spiega - come vediamo con l'influenza e con i coronavirus che già da tempo sono adattati alla popolazione umana» spiega.

 

La previsione generale è che «si avranno momenti di relativa quiete durante la bella stagione seguiti da aumenti dei casi in tardo autunno e inverno». Uno scenario probabile è, «quello di una vaccinazione annuale a inizio autunno (ottobre)» Nelle fasi di recrudescenza stagionale «ci potranno essere fasi di stress ospedaliero anche importante, ma questi saranno limitati nel tempo e nello spazio». Si dovrà rispondere «attraverso il potenziamento dei servizi sanitari stessi e non più attraverso restrizioni generalizzate alla socialità delle persone».

 

Bisogna «spingere con vaccinazioni a tutto spiano ed eliminare quelle restrizioni generalizzate spesso di dubbia efficacia ma capaci di causare danni collaterali importanti». Relativamente ai bambini, per Silvestri vanno «anch'essi vaccinati, visto che il virus non è del tutto innocuo neanche per loro e che il profilo di sicurezza rimane estremamente buono. Inoltre, avere i bambini vaccinati potrebbe fornire un ottimo scudo immunologico nel caso si verificasse lo scenario, improbabile, ma non impossibile, di una nuova variante che combini la contagiosità di Omicron con la cattiveria di Delta».

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Corriere Adriatico