Coronavirus, meno morti e meno ricoveri. L'Iss: «Si può pensare alla fase 2»

Coronavirus, meno morti e meno ricoveri. L'Iss: «Si può pensare alla fase 2»
«La curva ha iniziato la discesa, così come il numero dei morti. Se questi dati si confermano, dovremo cominciare a pensare alla fase 2». Il presidente...

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«La curva ha iniziato la discesa, così come il numero dei morti. Se questi dati si confermano, dovremo cominciare a pensare alla fase 2». Il presidente dell'Istituto superiore di sanità Silvio Brusaferro ha aperto uno squarcio di speranza verso una lenta ripartenza dell'Italia. Parole che nascono dalla lettura di due giorni di dati giunti dagli ospedali: per il secondo giorno consecutivo è diminuito il numero di ricoverati in terapia intensiva (-92 in due giorni), mentre per la prima volta è sceso anche il numero di ricoverati con sintomi (-61 in 24 ore).

In sostanza si stanno liberando posti letto, allentando una pressione sanitaria che fino a poche settimane fa sembrava sull'orlo del collasso. È sceso anche l'aumento dei morti da coronavirus, ieri 525 in un giorno, valore più basso dal 19 marzo ad oggi. Ma in questo caso c'è poco da festeggiare, perché anche una sola vita in meno è una sconfitta contro il virus. Ad oggi le vittime sono 15.887. Il trend di nuovi contagi ha toccato il 3,4% (con 4.316 nuovi casi), picco più basso dall'inizio dell'epidemia.

«Siamo sul plateu», ha aggiunto Brusaferro. Sul quel famoso pianoro dal quale sta iniziando la lenta discesa. Ma sarà lunga perché si tratta ancora della fase di contenimento, ovvero evitare che il Covid-19 si espanda in piena libertà in tutto il Paese. Il capo della Protezione civile Angelo Borrelli ha infatti ribadito che «queste buone notizie non ci devono portare ad abbassare la guardia» perché, come ha dichiarato anche il presidente del Consiglio superiore di sanità Franco Locatelli, «non devono essere lette come un messaggio che il pericolo è scampato, non è scampato nulla».


La frenata dipende molto dalla Lombardia: Milano, Bergamo e Brescia fanno segnare un aumento contenuto. Le regioni del Nord con i trend di crescita più alti sono Liguria e Piemonte. Scendendo più a Sud il Lazio segna un calo record dell'aumento di contagi mentre Molise e Calabria hanno le percentuali più alte. Tutte però si mantengono sotto il 10% di crescita.
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Corriere Adriatico